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Aggiornato: 28 luglio 2025


A Borghignano i vigili della morale, distratti dai debiti del Vharè, dal gran successo della Soleil e dell'amore accanito del conte Pier Luigi per la bella diva, ormai non si occupavano più che tanto della contessa Della Valle, la quale per di più, essendo in lutto, si lasciava vedere pochissimo.

Io dunque verrò da te alle dieci: ti vesti, andiamo ad asciolvere insieme, e poi, a piccoli passi, verso il tempio della diva. Addio, dunque, e rammenta i miei consigli.... Abbandonarsi all'ignoto.... disse Fenoglio. Sicuro; soggiunse Magnasco, lasciare operare il caso.... E ragionar co' piedi; conchiuse l'altro.

Quei tre o quattro vecchiotti, fra un atto e l'altro, volevano mangiarsi tutti la diva, almeno cogli occhi, a pezzetti e a bocconcini: beati di poterle baciar la mano, di stringerle il braccio, di toccarle i fianchi, beati, gongolanti, quando potevano sorprenderla un po' in disordine d'abbigliamento e non si movevano mai dal palcoscenico, tenendola d'occhio con gelosia sospettosa.

Ei per deserte piagge da furor trasportato, solo e vago, errava, intorno pur con gli occhi fissi ne la cornuta diva. E 'n quello stato disse de l'amor suo cose nove, che ne suonano ancor le selve e gli antri. MOPSO. Dove, dicea, mi scorge or la tua luce, candida luna, per solinghe strade? Tirar mi sento ove per gli erti gioghi rara di piede umano orma si scorge.

<<O amanza del primo amante, o diva>>, diss'io appresso, <<il cui parlar m'inonda e scalda si`, che piu` e piu` m'avviva, non e` l'affezion mia tanto profonda, che basti a render voi grazia per grazia; ma quei che vede e puote a cio` risponda. Io veggio ben che gia` mai non si sazia nostro intelletto, se 'l ver non lo illustra di fuor dal qual nessun vero si spazia.

102 Volgendosi ivi intorno, vide scritti molti arbuscelli in su l'ombrosa riva. Tosto che fermi v'ebbe gli occhi e fitti, fu certo esser di man de la sua diva. Questo era un di quei lochi gi

No, no; manda a prendere il ritratto della mamma, Guido. O diva Pomona!

Veduto avrai siccome io, debol tanto Quando i miei fulgean più dilettosi, Nel supremo dolor contenni il pianto, E mia fiducia nell'Eterno posi. Veduto avrai siccome, fatto io preda Di lunghe dubitanze sciagurate, Solo in carcer la diva afferrai teda, Che mie maggiori tenebre ha sgombrate.

Salve, o diva Scïenza; auspicio e duce D'ogni grand'opra; ai santi Regni del Vero e a Libert

Salve, o diva Scïenza; al detto, al viso Che sopra ogni altro estimo, Ai voli rutilanti io ti ravviso! Per te del mio pensier l'ali sublimo; Per te nei sanguinosi Studî de l'armi il popol mio va primo. Tu che, amica de l'opre, i neghittosi Ozî diradi, e vivi Vigil sempre ed eterna e mai non posi, Tu che redimi a libert

Parola Del Giorno

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