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Aggiornato: 2 maggio 2025
Tuttavia non volle darsi vinto. Levò bensì il campo dirigendosi verso San Fermo; ivi giunto, fece formare sulla piazza il quadrato e arringò i rimasti; disse che sarebbe stata vile cosa deporre le armi; che bisognava continuare la guerra di banda e con altre parole incisive che egli sapeva così ben trovare, tentava comunicare il suo sacro fuoco agli altri ma il silenzio eloquente fu la prima risposta; nuove e numerose diserzioni, furono il commento di quel silenzio.
Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra, ma non interruppe il movimento rivoluzionario del partito d'azione, al quale le feste di Roma avevano acuito la smania di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto la condotta del governo francese rafforzava la concorde aspirazione degl'Italiani; quel governo sembrava partire dal concetto che l'occupazione di Roma durasse ancora per mezzo della legione di Antibo. Non solo il generale Dumond era venuto a Roma per passare in rivista questa legione, che numerose diserzioni avevano mezzo disciolta, ma la pubblicazione di una lettera del maresciallo Wiel al colonnello d'Argy mostrava come queste truppe al servizio del Pontefice fossero considerate ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò, alla fine di agosto, una nota di Rattazzi al Gabinetto di Parigi, nella quale egli faceva voti perchè il Governo francese non aumentasse le difficolt
Se alcuno, impugnando le mie conjetture, ricusasse di ammettere che dal vicerè vennero fermati in quell'epoca tali progetti, io chiederogli il come si possa spiegare in quest'ultima ipotesi la sua contumacia agli espressi comandamenti dell'imperatore, il quale, chiamandolo a sè con tutte le sue truppe, ingiungevagli di abbandonare l'Italia. Un solo motivo, o per meglio dire, pretesto, allegò il vicerè per palliare la sua disubbidienza. Disse cioè di temere la diserzione dei soldati italiani, i quali, divelti dalla propria patria e tratti verso la Francia, verrebbero a sapere l'occupazione del loro paese per parte delle truppe nemiche. Ed allegava in prova le molte diserzioni recentemente accadute nell'esercito, di soldati nativi dei dipartimenti occupati dalle truppe nemiche. «Se i soldati delle province venete», diceva egli, «mi abbandonano per accorrere alla difesa dei loro propri lari, che fia per accadere allorchè tutto quanto l'esercito si trover
L'eccitazione divenne nell'ottobre assai acuta. Si parlava di diserzioni numerose nella legione di Antibo. Si sparsero notizie di un memorandum di Napoleone al Papa, nel quale costui, accennando agli eccessi di Palermo, proponeva che fosse accolta in Roma, dopo il ritiro delle sue truppe, una guarnigione italiana.
E la mattina del 10 giugno era stata affissa alle cantonate di Firenze la seguente Notificazione: «Resta concesso un libero perdono a tutti i disertori delle truppe toscane di qualunque Corpo, purchè a tutto il mese di novembre prossimo si restituiscano volontariamente ai loro Corpi, siccome a tutti coloro che a tali diserzioni avessero prestato assistenza, aiuto e consiglio.
Anzitutto il male travagliava le milizie prezzolate con il tarlo roditore delle diserzioni. Dal 1° settembre 1780 al 1° febbraio 1784, abbandonarono le insegne nei reggimenti oltremarini ben 662 soldati: dal 1° marzo 1785 al 1° settembre 1789 ne disertarono altri 1129; e ciò sopra una media di 3500 uomini presenti in quel torno di tempo nei reggimenti oltremarini .
Parola Del Giorno
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