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Aggiornato: 25 giugno 2025
Quell'acqua che molle sull'alpe beveste Nel cavo del tufo freschissima e chiara, Che lenta trascina nel verde la veste A greggi, a pastori sì limpida e cara, Da viva coscienza d'un subito invasa Scintilla sul desco dell'umile casa, Nel grave silenzio per lungo viaggio Sui bruni miei canti diffonde il suo raggio.
Ecco la madre dai cernecchi grigi, in umile aspetto umile storia. Ecco i robusti giovani e le nuore, e grappoli di bimbi fior-di-pesco. Fra i rudi attrezzi del mestiere, il desco è pronto, con la fede e con l’amore. Prima ch’io sieda accanto al patriarca niveo-barbuto,
Sor sì: rispose avanzandosi il giovane, i cui stupidi occhi si fissavano con manifesta ed ingenua cupidigia sui commestibili e sulle bottiglie che stavano sul desco. Oh che bravo figliuolo! soggiungeva il pittore. Vi ringrazio tanto... E mio zio ce l'avete trovato?
Era riuscito a trafugare alcune nocciuole prevedendo che gli sarebbe toccato il pane ed acqua, e rovesciò le tasche sul nostro desco. Così fra i motteggi e le confidenze passarono quei tre giorni. D'allora in poi fummo indivisibili. Dodici anni appresso io mi trovava a Milano. Il collegiale s'era fatto uomo; e tuttavia io ripensava con mestizia a quei giorni di delirio.
Sedette ad una tavola vicino alla finestra, a pian terreno; e mentre stava aspettando, appoggiati i gomiti al desco e il mento nella palma delle mani, si diede a guardar giù nel piano dove serpeggiava la strada per cui egli era venuto.
E così dicendo, l'audace vecchio, afferrando un coltello che gli venne tra mano, ne ficcò d'un colpo la lama nelle tarlate assi del desco.
Ma nella taverna, in torno a un desco di quercia, li amici moltiplicarono le risa e i clamori. Ognuno mesceva da bere all’insidiato, a cui quel buon vermiglio succo delle vigne spoltoresi, brusco, quasi frizzante, ricco di sapore e di colore, scendeva agevolmente nel gorgozzúle.
Bravo il mio Baccio, siamo a tempo? sclamò il farmacista, entrando. Manca il signor dottore. Ci sono. Il signor De Emma entrò e sedemmo. Non si trovarono mai riuniti al medesimo desco, tre commensali più imbarazzati, e più incerti del loro contegno.
Il Conte, tenendo il braccio sospeso fra il desco e la bocca, prese a dire: Ch'è questo? Sono io diventato don Giovanni Tenorio, e voi, mio bello spettro, volete sostenere le parti del commendatore di Lojola?
Marfisa guarda l'un l'altro nel viso, e scherza or col cucchiaio or col coltello, ed or sul grasso in qualche tondo intriso scrive con la forchetta, or fa fardello del tovagliuolo, or suona all'improvviso con le dita in sul desco il tamburello, or crolla il capo, or s'affisa nel tetto, e mostra fuor ciò che serra nel petto.
Parola Del Giorno
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