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Io pensava ca tu studiassi a Ribando; abbesogna che studia a Paolo che te castre, a far le biscazze. Che se ne puozza scendere commo a fiore de cocozza! GIACOMINO. Padre, ho errato, lo conosco; ma se miraste la bellezza, l'onestá e i nobili costumi d'Altilia, ivi vedreste la colpa e la discolpa dell'error mio; e in questa elezione son stato piú fortunato che saggio.

Sento che puote ingegno essere adorno Di ricco intendimento e di scïenza, Della Croce adorando il santo scorno; E m'umilio con gioia e reverenza Col cattolico volgo a questa Croce, E in lei sola di scampo ho confidenza». Eloquente dal cor rompea la voce Del buon canuto, come a tal, cui forte Dell'error d'un amato angoscia cuoce.

E perdonatemi, se qualche dispiacere v'ho io fatto, non conoscendovi, perch'io ne son pentitissimo e accorgomi dell'error mio. LELIA. Non potreste voi, signor Flamminio, aver fatta mai cosa che a me non fusse contento. FLAMMINIO. Clemenzia, io non voglio aspettare altro tempo, ché qualche disgrazia non m'intorbidasse questa ventura. Io la vo' sposare adesso, se gli è contenta.

Pretermettiamo adesso il fatale errore di Lodovico d'aver chiamato i Francesi in Italia; esso fu, senza dubbio, la causa prima ed unica di molti tristissimi effetti, non di tutti però; e in quanto a' lontani e a' non necessari, essi si sarebbero potuti stornare, se i patrizi non avesser poi aderito a' Francesi, se per odio di Lodovico, abbastanza, ne pare, punito dell'error suo, o dagli stessi che invitò a discendere in Italia, non avesser preso ad avversare alla dinastia sforzesca; contraddizione inesplicabile, e strano modo di far iscontare una colpa, sforzandosi a perpetuare gli effetti della colpa medesima.

E che diceste allorquando io sparii? Mi fu detto che eravate fuggita con un giovane; pensai fosse il vostro amante; mi pareva strano, il confesso, ma dovetti persuadermene.... Faccia Dio, mi dissi, che mai ella si penta dell'error suo! Ah! mormorò Gabriella: voi avete creduto ciò di me. No, mai avrei commesso una tal colpa, affrontata la collera divina!

La rabbia troppo acuta, che mi mosse cosí subito, fe' che mi ricordasse piú tosto dell'error suo che del debito mio; perché d'una cosa, che ne potea far passaggio, ha fatto che non abbia avuto rispetto alla servitú di trent'anni, onde io medesimo son stato ministro del mio male.