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Aggiornato: 23 luglio 2025
Per Dio, non sapevano parlar d'altro che di Garibaldi, in quei giorni! .... Foscarini fu puntuale: suonavano le quattro e mezzo, ch'egli entrava da Menico. Lo trovò tutto vestito di nero, come un notaio. Andiamo? Andiamo. Ma è proprio vero che il peggior passo è quello dell'uscio!...
Il dottore, che si era fermato un istante sulla soglia di casa sua, a questo punto girò la maniglia dell'uscio e scese solennemente le scale. In cui il dottor Agenore ne fa una grossa.
Si firma, quando? Stasera? Subito: vado e torno. Attendez! Ma l'amico Richard non era ancora fuor dell'uscio che gi
Egli tacque ancora, s'inchinò la terza volta per salutarmi; e quando fu sulla soglia dell'uscio, rispose chiudendone l'imposta dietro di sè: «Sentite se le altre mie ossa non sono più solide.» E pronunciando queste parole percosse il pavimento col piede con tanta violenza che le pareti ne tremarono tutte; e a quel rumore mi scossi e... mi svegliai.
E per dove potria esser scampata? FILACE. Io non mi son mosso oggi di casa né fuor dell'uscio; e se non ha poste l'ali e scampata per le fenestre, non ha potuto scampar altronde. DOTTORE. Che dici ora? non parli? MANGONE. No, né può uscir fiato dalla gola: Forca m'ha strangolato. DOTTORE. Che ti dissi io? MANGONE. E mi fa peggio ch'egli m'abbi ingannato, ch'ogni altro forastiero.
Fido si fece innanzi, minaccioso prima, poi lieto alla vista di Silvio e quando furono sul limitare dell'uscio apparve pure Marcellino a cui Silvio chiese dove fosse Camilla.
Il piccino batteva i denti nel sonno. Al rumore dell'uscio gettò un grido acuto, lacerante, quel grido speciale, idrocefalico, che pei medici è uno dei sintomi più sicuri in tale malattia. Il dottore si fermò sulla soglia, mentre gli altri due, invece di venirgli incontro, si erano gi
Il vecchio nonno che l'aspettava sulla soglia dell'uscio, col solito berrettino bianco sulla testa tremolante, ebbe a venir meno al vederselo arrivare in pompa, e scordò le pene e gli stenti sofferti, e il vivere a stecchetto per mantenere in seminario quel diavolo, ora che l'abbracciava prete, col «don» festeggiato dai galantuomini di cui poteva dirsi alla pari.
Abbiamo fede che i lettori discreti non ci chiederanno di condurre la precisione del racconto fino al segno di spiattellar loro il numero dell'uscio dove entrarono i nostri due personaggi. Era uno dei tanti che sono nella via di Scurreria, o di Scutaria, come si diceva cinque o seicent'anni fa, essendo in quella strada le officine degli scudai.
I due uomini che discorrevano non erano seduti, e le loro ombre si scorgevano traverso le tendoline dell'uscio, e dall'apparire e scomparire d'una di esse si capita che uno degli interlocutori andava e veniva, come se impaziente, per la camera.
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