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Aggiornato: 7 giugno 2025
Questo è il lume comune, cioè che comunemente ogni persona el debba avere, come decto è; e chi non l'avesse, starebbe in stato di dannazione. E questa è la ragione che essi non sonno in stato di grazia non avendo el lume: però che chi non ha el lume, non cognosce il male della colpa e chi n'è cagione, e però non può schifare né odiare la cagione sua.
Sappi, figliuola carissima, che ne l'orazione umile e continua e fedele, con vera perseveranzia acquista l'anima ogni virtú. Tucte le debba passare con la virtú della perseveranzia.
Miser chi male oprando si confida Che ognor star debba il maleficio occulto; Chè, quando ogni altro taccia, intorno grida L'aria e la terra stessa in ch'è sepulto: E Dio fa spesso che il peccato guida Il peccator, poichè alcun dì gli ha indulto, Che se medesmo, senza altrui richiesta, Inavvedutamente manifesta.
Ecco un furto fatto senza rimorso alla virtù per largheggiare col vizio." Tant'è poichè mi veniva da una bambina poco più certamente pensai di non arrossirne. Il cinismo ha osato bruttare del suo fango le cose più sante, e si è spinto fino all'innocenza ma non così oltre, parmi, che io debba profanare, per legittimarlo parlandone più a lungo, la memoria di quel bacio.
A dirti il vero non lo so bene ancora; ma credo non debba essere gran cosa perchè mi pare di aver udito, non ridere! che sia un portinaio. Un portinaio! sclamò il Sappia, balzando in piedi come preso da vero spavento. Tu conte O'Stiary, discendente... Bene lascia stare la genealogia!... Vestito da un sarto portinaio come un diurnista del Municipio? Ma è un tradimento, un disonore, un abbominio!
Udendo quel nome pronunciato in quel modo, un doloroso gelo mi colse, lasciai la mano di lei che prima tenevo tra le mie. Essa la riafferrò ansante. Non far così disse piano non far così, non far ch'io lo debba odiare! Mi dolsi di me stesso, le chiesi perdono di quell'atto. Lo sai mi rispose con dolcezza dolente che tu sei tutto per me nel mondo, ch'io sono una parte di te.
Dicendo «molte» non ti pongo numero, perché l'affecto de l'anima fondato in caritá, che dá vita a tucte le virtú, debba giognere in infinito. E none schifo però la parola, ma dixi ch'Io volevo poche parole, mostrandoti che ogni operazione actuale era finita, e però le chiamai «poche»; ma pure mi piacciono quando sonno poste per strumento di virtú e non per principale virtú.
Lei; quella che è lei; l'unica che possa e debba esser lei. Se non lo sai, t'istruisco; lei è un modo dittico e calzante di dire F.... U.... L.... Basta! Se ti sente qualcuno.... Eh, se mi sente lei, non le dorr
Ora ti parlarò de l'obbedienzia e disobbedienzia di quegli che sono in questa navicella, parlandoti insieme di tucti, e non in particulare: cioè non parlandoti piú d'uno ordine che d'un altro, mostrando insiememente il difecto del disobbediente con la virtú de l'obbediente, acciò che meglio cognosca l'uno per l'altro, e come debba andare, cioè in che modo, colui che va ad intrare nella navicella de l'ordine.
GERASTO. L'altra è questa: che vostro nipote, vestito da fantesca, è stato in casa mia; e mia moglie per gelosia di me, pensandosi che fusse femina, l'ha fatta dormir sempre in camera con mia figlia. Oggi è scoverta l'alchimia, l'ho prigione, mi son consigliato con gli amici e parenti se lo debba uccidere o consignarlo in man della giustizia.
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