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Aggiornato: 16 giugno 2025


lungamente mostrando paganesmo; e questa tepidezza il quarto cerchio cerchiar mi fe' piu` che 'l quarto centesmo. Tu dunque, che levato hai il coperchio che m'ascondeva quanto bene io dico, mentre che del salire avem soverchio, dimmi dov'e` Terrenzio nostro antico, Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: dimmi se son dannati, e in qual vico>>.

E scappò via. Aveva temuto ch’io volessi segnare il suo nome nel registro dei dannati per l’eternit

Son le leggi d’abisso così rotte? o è mutato in ciel novo consiglio, che, dannati, venite a le mie grotte?». Lo duca mio allor mi diè di piglio, e con parole e con mani e con cenni reverenti mi le gambe e ’l ciglio. Poscia rispuose lui: «Da me non venni: donna scese del ciel, per li cui prieghi de la mia compagnia costui sovvenni.

La quale visione è a loro acrescimento di pena, come a' giusti la dannazione de' dannati è acrescimento d'exultazione della mia bontá, perché meglio si cognosce la luce per la tenebre, e la tenebre per la luce. che lo' sará pena la visione de' beati e con pena aspectano l'ultimo del giudicio, perché se ne vegono seguitare acrescimento di pena.

E questo non è per difecto della luce che si muti piú al cieco che a l'alluminato, ma è per difecto de l'occhio che è infermo. Cosí e' dannati el veggono in tenebre, in confusione e in odio, non per difecto della divina mia Maiestá con la quale egli verrá a giudicare il mondo, ma per difecto loro. Come i danpnati non possono desiderare alcuno bene.

E quinci dimostra essere di quei cotali forti, dicendo: «Io son da Dio; sua mercé»: quasi dica: non per mio merito; fatta «tale», cioè beata, alla quale cosa alcuna noiosa, quantunque sia grande, non puote offendere; «Che la vostra miseria», cioè di voi dannati, «non mi tange», cioè non mi tocca, quantunque io venga qua entro; « fiamma d'esto incendio», il quale è qui.

Seduto a mensa quando gli lavorava dentro il vino mangiaguerra buttava fuoco e fiamme vituperando gli Spagnuoli di dannati, razza di mori e di giudei, feccia del mondo; e via di seguito; millantava destinato a sbrattare la Italia da cotesta pestifera genia.

Concedono nondimeno talvolta di questi dimòni discenderne in inferno ad infestare e tormentare l'anime dei dannati; affermando questi cotali spiriti immondi al del giudicio tutti dovere dalla divina potenza essere racchiusi in inferno.

Sono per questo alcuni che riprendono l'autore, dicendo lui qui avere errato e detto contro a quello articolo che si canta nel Simbolo, cioè: «Et in unam sanctam catholicam et apostolicam Ecclesiam»; in quanto dice contro a quello che la Chiesa di Dio ha diliberato, cioè questo frate Piero essere santo, ed egli, mostrando di non crederlo, il mette tra' dannati.

Parola Del Giorno

quell'autorevole

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