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Aggiornato: 5 maggio 2025
Così, la parte repubblicana, ingannata con false promesse, aggirata per lunga pezza dal contegno gesuiticamente amichevole del governo provvisorio, poi perseguitata d'accuse villane, di stolte minaccie e di perfide insinuazioni diffuse tra il popolo, e tradita a un tratto nelle sue più care speranze da un decreto che alla libera, solenne, pacifica discussione d'una Costituente dopo la vittoria sostituiva una muta votazione su registri e, pendente la spada di Damocle sulla testa ai votanti, rispondeva parole di dignitosa e severa mestizia ai violatori della pubblica fede, pur dichiarando di non volere, per amore di quella concordia che essi soli avevano, tacendo, serbata sino al 12 maggio, raccogliere il guanto la plebe dei moderati, irritata, arse in Genova quella protesta. Noi potevamo rispondere, in modo non dissimile da Cremuzio Cordo: ardete anche i buoni tutti d'Italia in quel rogo, perch'essi sanno la verit
Accecati dalle prime ebbrezze della colpa non s'accorgevano però d'un pericolo che stava sospeso sulle loro teste come la spada di Damocle: donna Maricchia. La cameriera era entrata in sospetto, e li spiava dalla mattina alla sera, verde come l'aglio, tanta era la rabbia che se la mangiava dentro. Non le importava tanto del cavaliere che s'era fatto gioco di lei, s'arrovellava maledettamente per la gioia clamorosa del cuciniere, al quale, in un momento di vanit
Quel primo amore, così esile in apparenza, resisteva a tutte le vicissitudini della vita, come quelle sementi minute, impercettibili, che gettate una volta sul terreno, sfidano l'inclemenza delle stagioni, e presto o tardi germogliano. Dunque la spada di Damocle pendeva continuamente sul mio capo, ed era vana ogni speranza di liberarmene?...
Ce lo direte, Garasso, non ne dubito; poichè, a tenervi in nostra balìa, c'è la spada di Damocle. Sapete che cos'è, anzi dirò meglio, che cos'era la spada di Damocle? Il Bello, confuso com'era, non rispose verbo.
Tu la consegni? mi chiese Tamanti. Io no, e tu, Mago? Neppur io. E attendevamo in silenzio la nostra sorte. Per fortuna e non si sa per qual cagione Fauchion più non riapparve e invece un sergente del pelottone, nostra spada di Damocle, venne ad aprire e a dirci che tutti gli ufficiali erano liberi di uscir dal castello e scendere in borgo.
Ve lo dirò io; ripigliò il giornalista. Damocle era un cortigiano di Dionigi il vecchio, tiranno di Siracusa, detto il vecchio perchè fu padre di Dionigi il giovane. Questo Dionigi il vecchio era un tiranno arguto, come potrete sincerarvene dal tiro che fece a Damocle, suo cortigiano, il quale lo andava celebrando per la sua felicit
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