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Conosciuto il movente del successo parlamentare ed anche extra-parlamentare dell'on. Crispi, mi rimane l'ultimo compito increscioso: esaminare se esso rispondeva al vero e completare l'esame obbiettivo coi confronti storici invocati dall'on. Crispi a giustificazione della sua azione e ridotti alle loro giuste proporzioni, cioè a nulla, dagli on. Cavallotti, Altobelli, Comandini ecc.

È superfluo aggiungere che quella tale incompleta riforma della legge comunale e provinciale fatta votare dall'on. Crispi non riuscì a mutare in meglio le cose; e non lo poteva. Spesso anzi le peggiorò per l'aggravante della scemata responsabilit

La stessa tesi precedentemente era stata svolta dall'on. Nasi, con lusso di particolari e con aneddoti ameni e piccanti, con una forma spigliata e talora elegante; sicchè il suo discorso dal punto di vista oratorio si può considerare come il gran successo della discussione.

Benchè dimesso, però, il ministero dell'on. di Dronero dovette rimanere al potere durante la lunga crisi terminata colla formazione del gabinetto presieduto dall'on. Crispi.

Maria non ebbe campo di togliere a don Pio ogni speranza. L'on. Carrani si avanzava verso di lei sorridente. Egli era tornato quel giorno stesso dopo un viaggio in Romagna e recava liete novelle. Il paese era scontento del Governo e non aveva nessuna fiducia negli uomini che erano al potere. I deputati delle regioni visitate dall'on. Carrani, erano pronti a mettere, alla prima discussione, il Presidente del Consiglio nella necessit

Comandini che fece due discorsi forti per logica e per ricchezza di fatti all'on. Farina; dall'on. Franchetti all'on. La Vaccara; dall'on. Filì Astolfone all'on. Di San Giuliano. Quest'ultimo anzi dette in sulla voce all'on.

La più mite e legale illazione di questo canone rettissimo di diritto costituzionale la trassero gli on. Prampolini, Badaloni, Ferri, Agnini e Berenini i quali più rispettosi delle leggi che coloro i quali se ne dicono i custodi proposero alla Camera dei Deputati di porre in istato di accusa il ministero presieduto dall'on. Crispi, che aveva violato la Costituzione.

Non voglio divagare nel campo delle ipotesi, che potrebbero riuscire di disdoro a chicchessia: ma che tale ipotesi abbia qualche fondamento si può argomentarlo dalla denunzia fatta dall'on. Saporito-Ricca della citata circolare dell'antico Comandante del XII Corpo di armata, nella quale si prescriveva di non adoperare le armi contro nessuno in nessuna occasione. Certo è poi, che il generale Morra adottò e svolse un programma del tutto opposto a quello del suo predecessore: programma di odio, come per rinfocolare quello grande gi

Martini in nome del centro sinistro, negando un voto politico e chiarendo erronei i precedenti invocati dall'on. Crispi, e voleva darlo l'Arcoleo, pur ritenendo egli professore di diritto costituzionale che fosse quasi incompatibile lo Stato di assedio con la ordinaria funzione del Parlamento.

Ora io, dico, i socialisti e i sobillatori quando mai enunziarono propositi diversi e più radicali di quelli enunziati dall'on. Crispi in Palermo nel 1886? In quanto al metodo per farli trionfare non può dimenticarsi che lo stesso on. Crispi pochi anni dopo, proprio alla vigilia del movimento dei Fasci, telegrafava di rivoluzione come un qualunque avventato sobillatore...