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Che diavolo succede, disse Omar, Vi conoscete! Ma sicuro, Omar, rispose vivamente Daùd, Quest'uomo è il mio miglior amico che abbia sul Bahr-el-Abiad. Come tu me lo conduci così legato. Che può mai aver fatto a te, questo povero Ibrahim. Lascia che io lo liberi. Così dicendo aveva estratto un coltello e s'era messo a tagliare le corde del vecchio che potè rimettersi nella sua posizione verticale.
Ah! razza di cani! esclamò Daùd, afferrando una scure. Avete del sangue nelle vene! Ol
I coccodrilli che dormivano lì presso furono pronti a saltargli addosso e a farlo a pezzi. All'erta! -gridò una vociaccia. Sali, sali, Omar! urlo Daùd. I beduini! Sei o sette beduini si slanciarono fuori della villa. Daùd scaricò le sue pistole poi saltò nel canotto e s'allontanò arrancando disperatamente. Sali, sali, gridò egli un'ultima volta.
I due reis ed il negro, alcuni minuti dopo mettevano piede sul ponte del gran battello. CAPITOLO IV. Omar e Fathma. All'indomani, due ore dopo il mezzodì, Ibrahim lasciava il gran battello di Daùd colla ferma idea di allontanare e ridurre a completa impotenza il greco Notis.
I due equipaggi ci presteranno man forte. Siamo intesi. Tu Ibrahim ti rechi a Quetêna a giuocare un brutto tiro al greco. Alla sera noi assaliremo l'abitazione e libereremo Fathma. Orsù, a bordo, che ho una fame da lupo. Andiamo Daùd, disse allegramente Omar. Se riusciamo dò duecento talleri a ciascuno di voi. Ah! mio caro Notis, non sai ancora quanto possono fare Abd-el-Kerim ed il suo schiavo.
Malgrado lo slancio irresistibile furono ributtati e costretti ad uscire dalla stanza per non cadere sotto il fuoco degli assaliti. Altre due volte Daùd diede il comando dell'attacco e ben altre due volte furono respinti, ma al quarto la barricata fu sfondata.
Era la mezzanotte, quando i superstiti della spedizione e i liberati mettevano piede sul ponte della darnas ancorata nella piccola baia. Daùd dopo di aver fatto trasportare i feriti sotto il capannone di poppa e adagiare sugli angareb, e d'aver invano pregato Fathma perchè si riposasse, comandò di ultimare il più presto possibile i preparativi di partenza.
Lo schiavo di Abd-el-Kerim gettò quella che aveva portato con sè, ma fu troncata da una palla di moschetto. Tuoni di Dio! esclamò Daùd. Tutto è contro di noi adunque? Puoi scendere afferrandoti ai rami del tamarindo? E Fathma? gridò Omar. Sei barricato? Sì e posso resistere coll'aiuto di All
Tre uomini al cannone! I barcaiuoli in men che si dica s'impadronirono dei fucili e si sparpagliarono pel ponte e pel cassero nascondendosi dietro a tuttociò che poteva offrire un riparo contro le palle del nemico. Tre di loro, i più abili e i più coraggiosi si gettarono sul cannoncino che fu puntato sulla dahabiad; la miccia venne accesa. Calma e coraggio, disse Daùd.
La barca si allontanò scomparendo fra le tenebre e la porta della villa tornò a chiudersi. Hai compreso? domandò Omar a Daùd. Perfettamente; vanno a cercare il greco. Spicciamoci, amici cari. Ecco l
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