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Che quel mi togliesse a scempio indegno, Ch'Ottoman di mio mal prendesse cura, Acerbo fu d'alcun demon disdegno, Che quì mi serba a più crudel ventura; Ch'ei torni in Asia tuttavia m'ingegno Per comune salute, ed ei s'indura, E sprezza quanto il ciel chiaro predice Per ambedue d'atroce, e d'infelice.

DON FLAMINIO. Vi lascio le sue cose in vece di lei per questo breve tempo che mi è concesso goderla. DON IGNAZIO. Eccole, tornatele adietro. DON FLAMINIO. Vi lascio la buona notte. DON IGNAZIO. Anzi notte per me la piú acerba e d'infelice memoria che sia mai stata!

Figlia d'infelice e sfortunato padre, chi t'ha prodotto al mondo t'ave uccisa: aresti trovato piú pietá in un barbaro che in tuo padre! O dolore insopportabile, o calamitá mondane! e perché vivo? perché non m'uccido con le mie mani?

DIC. A chi eh? AP. A esso. DIC. È quistion frivola, imperocchè esso è niente. Sono in fra di loro tanti contrari, che l'uno distrugge l'altro, e quello che noi discorriamo non apporta ad esso niente di prospero o d'infelice. AP. Per che conto adunque creò Dio con la sua somma bont

I funerali furono solenni per numeroso corteo e profusione di ceri. Oltre un centinaio di preti, vi assistevano gli individui di molte confraternite e case di beneficenza. Il signor Fabio fece distribuire elemosine ai poveri della parrocchia affinchè pregassero per l'anima del defunto. Fra la moltitudine accorsa nella chiesa addobbata di nero, si vedeva Luigia e la sua governante inginocchiate in una cappella appartata. La giovinetta gemeva secretamente e nascondeva sotto il velo le sue lacrime acerbe. Povera angioletta! Povero cuore sensitivo e piagato d'infelice amore! Quanti affanni, quanti sospiri, quante notti insonni! Abbi pazienza, creatura bella, e il tempo apporter

PANIMBOLO. Ecco s'apre la porta e ne vien fuori. Oh come intesi darmi colpi mortali allo stomaco e alla gola! DON FLAMINIO. Leccardo mio, i segni di mestizia che porti scolpiti nel fronte mi dán segno d'infelice novella: parla con la possibil brevitá. Oimè, tu taci e par che col tuo silenzio vogli significar qualche sinistro accidente! DON FLAMINIO. Deh, comincia presto!