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Aggiornato: 2 luglio 2025
Era il 7 settembre del 1860. Il conflitto delle diverse violente ineffabili emozioni provate in quel giorno del nostro ingresso trionfale in Napoli, immezzo a trecentomila persone che piangevano di gioia, che deliravano d'entusiasmo, all'improvviso e incruento passaggio dalla schiavitù alla libert
Mi dirai, fanciulla adorata, che io esagero, che io ti faccio una caricatura e non un ritratto; ma ti assicuro che anche il ritratto è brutto e ributtante. Non tutti i fannulloni sono di questa ideale perfezione, ma anche i fannulloni volgari sono insopportabili e spandono intorno a sè una nebbia di noia, che smorza ogni fuoco d'entusiasmo, che appanna ogni luce di poesia.
Potresti ben dire quattro parole, mi pare! Su che? non saprei. Su che, su che! si parla, ecco! Eh, non son mica il pappagallo della baronessa, io! Così tu lo fossi! è tanto carino!... Sa dire delle coserelle tanto graziose! Nel suo impeto d'entusiasmo per il pappagallo, la duchessa appoggiò la mano sul campanello a scatto e comparve tosto il domestico.
La mia breve arringa si chiuse fra plausi d'entusiasmo. Il coraggio mi risalì dai talloni alla testa: vuotai la terza bottiglia ordinai fosse immediatamente alzato il sipario, e appena scoccato l'ordine, corsi io stesso ad eseguirlo. Tirata la funicella, il sipario si alzò fra nuove grida di entusiasmo.
Nello scendere a terra un urlo d'entusiasmo lo saluta, facendogli suonare all'orecchio nel dolce idioma natio quel grido d'ammirazione che da tanti e tanti anni non aveva più udito se non in lingua straniera, in terra straniera. Non perdette tempo Garibaldi.
In un momento d'entusiasmo, dinanzi a un quadro o a una statua, vi sfugge una parola, un gesto, un sorriso: basta, siete legato, siete suo, siete preda di questa implacabile pieuvre umana, che come quella di Victor Hugo, non lascia la vittima che a tagliarle la testa.
S'interrompe un istante, e poi con irresistibile slancio. ....Io ti saluto! L'ultima sua parola muore in un singhiozzo; egli si copre gli occhi col fazzoletto e ricade sulla seggiola. La folla manda un grido d'entusiasmo, tendendo le braccia e agitando le bandiere. Silenzio! Silenzio! Il Montecchi ricomincia a parlare, a voce bassa, interrompendosi tratto tratto.
Ma in quella notte, dopo un'ora d'entusiasmo, i pensieri più dolorosi della vita ripiombavano sul suo cuore. Si mise a riandare i molti affanni passati, chinò il capo sulla palma della mano; la sua fronte era ardente, sentiva batter le arterie; una nube gli veniva sugli occhi, e negli sparsi disegni onde aveva ingombro il tavolino non distingueva più nè linee, nè contorni, nè figure.
Perchè non avevo mai visto un Tedesco qui, non pensavo che vi sono delle provincie d'Italia che essi invadono..... E raccontò le sue letture, le sue febbri d'entusiasmo patriottico, le lagrime divorate in segreto.... Parlava con enfasi, piangeva, tremava tutto ed esclamava disperatamente: Dovrò rimanere inerte come un vile! Come un vile!
La giovinetta, a tali accenti, chinò il capo e stette per qualche tempo senza parlare... ma poco dopo rialzando lentamente la testa e volgendo un mestissimo sguardo intorno: Addio dunque, sclamò con accento particolare pieno d'entusiasmo insieme e di dolore profondo, addio, stanza gradita: noi ti abbiamo a lasciare, il cuore mi dice, per sempre... noi non ci troveremo più qui... il mio signore non mi vuol più con sè, il mio signore mi ha rifiutato, i momenti della nostra gioia sono finiti....
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