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Aggiornato: 13 giugno 2025


Il breve tragitto dalla stazione di Vittoria al palazzo di Cristallo offre la variet

Intanto il sagrestano continuò ad accendere i lumi dell'altare, adagio adagio, per dar tempo al prete di finire il suo pesce, mentre il sole, piegando dietro la curva del monte, lasciava indietro un cielo terso come un cristallo in cui cominciava a uscire qualche stella.

Qui egli aveva due camerette al piano superiore. Sul suo letto, coperto con una coperta gialla, era appesa una sacra immagine e un vasetto di cristallo coll'acqua benedetta, del quale egli si serviva tanto come dello specchio che stava nel canterano. Ora questa stanza è abitata da un capitano francese.

Sei tragicamente bella, ma Kabango non ti vede! I suoi occhi potenti attraversano il tuo corpo come un cristallo, per contemplare dovunque il Sinrun. Tu meriti tutto l'amore del cielo e della terra, ma egli non t'ama! No! No! Tu menti. Kabango mi ama. Lo so. Ne sono sicura.

Per recarsi da Spoleto a Foligno, bisogna attraversare la famosa valle del Clitunno, dov'è il piccolo e grazioso tempio di questo dio fluviale, tempio che non ha però più nulla a che vedere con quello descritto da Plinio; sorge vicino alla stazione postale detta Le Vene, presso la sorgente di una fonte più pura del cristallo.

Aliofilo non bada a pescagione. Son nubi o forme, dal cristallo equoreo espresso al Sogno, in questa incerta luce ch'ama il Miraggio? Or mai stan sulle rame i fiori in copia, porporini e rosati, e tenta il volo gi

Tu sei quella disse semplicemente. Mi condusse allo specchio; vidi nel cristallo una faccia smorta, consunta dall'et

Poi si alzò di nuovo all'improvviso e guardò nell'altra camera dove la luce era più raccolta, più discreta; dove le tende, le tappezzerie erano chiare chiare, e dove sopra una consolle bianca dorata, luccicavano nel buio un gran vassoio d'argento colmo di tartine e il cristallo dei bicchieri.

La padrona, vedendo che l'ospite trentino non si faceva vivo per il conto, glielo aveva fatto trovare in camera, sotto il calamaio. Lui, s'intende! aveva finto di non vederlo. Ma la sera lo trovò sul tavolino accanto al letto, spiegato sotto il candeliere; e il secondo giorno disteso, diritto, sulla padellina di cristallo, appoggiato alla candela. E d'ora in ora, quella faccia della padrona, gi

Ed egli poteva rallegrarsi di essere la prima immagine che si fosse specchiata in quel terso cristallo. E si ricordava ancora in buon punto che la dolce confessione gli era stata fatta assai prima, sebbene con altre parole, a proposito di un albo dalle pagine bianche, su cui egli sarebbe stato il primo a scrivere.... e l'ultimo. Primo ed ultimo! Unico, dunque? Divina cosa!

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dell’esule

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