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Aggiornato: 12 luglio 2025
Costei venuta seco era in Ponente fin dal Cataio; e qui l'avea smarrita, né ritrovato poi vestigio d'ella che Carlo rotto fu presso a Bordella.
Costei nacque reina, ed a Sultana Poi crebbe in seno, a lei minor sorella, Bella così, ch'ogni bellezza umana Perdeva in paragon nome di bella; E ne l'aria del volto umile e piana Ogni sguardo di lei sembrava stella Che scintillando intra notturni orrori Vibri in cielo seren raggi maggiori.
Se Fabrizio, un dí, si trovasse ed io avesse dato ogni cosa a costei, si morrebbe di fame; che non vorrei. Ora io la marito a Gherardo con condizione che, se Fabrizio non si truova infra quattro anni, abbi mille fiorini di dote; se ritornasse, ne abbi aver solamente dugento; e, del resto, la dota egli. CLEMENZIA. Povera figliuola! So che, se la fará a mio modo... VIRGINIO. Che n'è?
Fuggi costoro, perché al fin de l'ime valli d'errore mostran la discesa. Allor io per costei lascio le prime e seco me ne vo; ma gran contesa ecco nascer fra l'una e l'altra turba, che 'l mar, la terra e sin al ciel disturba.
Costei, che i nostri lettori gi
Sei anni fa, e voi non ne avevate più di quindici, io vi ho udito parlare del nostro paese con tali parole, che mi scossero di stupore e d'ammirazione, e ben mi ricordo d'aver detto tra me: peccato che costei sia donna, perchè diversamente grandissime cose potremmo aspettarci da lei. Ora, o Ginevra, giacchè l'et
FESSENIO. Costei sta come pò; e, per Dio, ormai è d'aver compassione di lei. Fia bene che Lidio oggi, da donna vestito, come suole, venga da lei. E cosí fará perché non meno lo desidera che costei. Ma far prima bisogna la cosa di Calandro. Ed eccolo che giá torna. Dirogli avere ultimato il fatto suo. FESSENIO servo, CALANDRO. FESSENIO. Salve, padron, che ben salvo sei da che la salute ti porto.
Costei Massa lasciò, lasciò Carrara, E venne pronta ne la Rodia terra Presso il figlio Eritreo, di cui ben chiara Fama trascorse o fosse in pace, o 'n guerra. Visse ei così, ch'a farsi eterno impara, S'altri l'imita; al fin sen gìo sotterra, Lasciando a' Malaspini alme ghirlande, Progenie sua, che a Val di Macra è grande.
29 Quanto Ruggier l'era nel core impresso, mille volte narrato avea a costei; la belt
135 Se 'l vi ricorda quel ch'avete udito, costei da la spelonca ne veniva, dove Issabella, che d'amor ferito Zerbino avea, fu molti dì captiva. Più volte ella le avea gi
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