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Aggiornato: 20 luglio 2025


Solo alcune code¹ e neri, peste dell'umana famiglia, adocchiavano furtivamente lo spettacolo da dietro i vetri delle finestre, e si ritraevano cauti, tementi di contaminare gli occhi loro da rettili arrestandoli nelle franche e maschie fisonomie di cotesti nemici della menzogna e del despotismo, oppure tementi che il popolo, conscio delle loro scelleragini, non li scovasse e li precipitasse sul lastrico.

È vero! ripetei, istintivamente, parlando a me stesso, avendo una sensazione simile forse a quella che avrei avuta se mi fossi ritrovato vivo e conscio in fondo a una voragine. Allora Giuliana sollevò le palpebre; fissò le sue pupille nelle mie con una specie di spasmodica violenza. Tullio disse ascoltami. Ma la soffocazione le spense la voce nella gola. Ascoltami. Io so quel che debbo fare.

Non so se mi sia venuta occasione di accennarvi che Luchino, in mezzo a tanta fierezza, era pauroso del diavolo, del fantasma, degli esseri impalpabili, contro di cui non valevano la spada sua, il ringhio dei mastini, le labarde degli scherani. Una sera, non aveva egli fatto che entrare colla druda nel conscio nascondiglio, quando, tra il fosco, gli appajono sulle pareti, in livida luce, i contorni di certe strane forme, met

Una pubblica sottoscrizione venne aperta fra gli italiani in favore della spedizione comandata da Garibaldi. Un brigantino era stato noleggiato e si stava apprestando per la partenza. Invano il Governo di Montevideo, conscio della perdita che stava per fare, tentava trattenere con preghiere, con lusinghe Garibaldi ormai impaziente; invano gli stranieri stessi che vedevano nel generale una delle più sicure garanzie dello Stato e dei loro interessi, si associavano al Governo nel sforzarlo a ritardarne quanto più poteva la partenza; ma Garibaldi non si sentiva più padrone della sua volont

Memor di tanto, io spero, e spero assai, Che, sebben conscio non ne andasse il mondo, Sul letto almen della tua morte avrai Sentito del Signor desìo profondo: Spero che l'Angiol degli eterni guai, Gi

Sono io conscio di me? pensavo a capo chino. Una voce gridò: Fuggi! Ed io mi slanciai, per fuggire. Ma la chiamata stava gi

Anche stavolta fu lei a fermarsi e a rivolgergli la parola. Buon giorno, Drollino. Drollino trovò il coraggio di chiederle come stesse. Essa arrossì profondamente con un pudore giocondo. E rispose: Bene. Ma rispose in fretta, colta da un conscio imbarazzo davanti alla semplice, ossequiosa domanda d'un palafreniere qualunque. E subito; per cambiare argomento: Drollino, sai che andiamo via?

Ecco ciò che avviene ogni giorno nei luoghi soggetti al felice dominio del papa-re, per opera di coloro che con una mano inalzano la croce, mentre coll'altra stringono le catene del popolo. È naturale adunque che don Omobono, conscio appieno di tali fatti, dopo quel primo cenno di monsignore, penetrasse addentro nelle sue recondite intenzioni.

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