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Aggiornato: 19 giugno 2025
"Sono anch'io del tuo parere, disse Achille Sarbelloni, perchè rifletto che ci sarebbe di vergogna e di danno il lasciar credere ai nemici che noi non abbiamo il coraggio di assalirli, il che darebbe idea d'una diminuzione notevole delle nostre truppe o della svanita nostra prodezza, e se loro concediamo d'accostarsi ai nostri Castelli, essi metteranno a sacco e distruggeranno ben anco le Terre e le case a cui non possiamo prestare difesa".
Non è egli da stupire che non uno di questi pretesi uomini di Stato abbia posto mente alla forza onde ogni corpo costituito è di per sè dotato? che non uno abbia detto fra sè: «Tristo è il governo presente; ma tal quale esso è, dobbiamo sorreggerlo a tutta possa in questo momento, per ciò solo che esiste e che noi stessi non esistiamo, qual nazione, altrimenti che per esso, cioè a patto di avere un governo stabilito. Stringiamocegli intorno; sorreggendolo, dirigiamolo; parliamo in suo nome; operiamo parimenti in suo nome. Non concediamo che infrangasi il vincolo che ci tiene insieme uniti, che il nemico ci colga appartati gli uni dagli altri, nè che si giovi della caduta del governo esistente per imporcene un altro a suo senno?» Siffatte considerazioni non vennero in mente ad alcuno di quei liberali; adoperarono essi senza posa a gittar via le armi, a spianare le mura, ad atterrare le porte; scagliarono in mare l'ultima loro áncora di salute, e quando poi la tempesta venne ad infuriare, quando gli eserciti austriaci ebbero inondato il territorio, quando uscì fuor la parola che della Lombardia faceva una provincia austriaca, quando gli avanzi delle antiche e preziose libert
Concediamo che questa inibizione, non era un incoraggiamento alle arti, poichè è indubitabile che la rappresentazione della divinit
E' piu' ui concediamo, che le vostre mercantie siano preuileggiati, che pagato, che hauerete il primo passo, possino stare liberamente nelle nostre Dogane, un Anno piu' del solito, senza incorrere a' pagamento di secondo passo o risigui alcuni.
Allora Messer Giovanni d'Alife lesse: «Noi Manfredi Primo per la grazia di Dio Re di Sicilia, etc. etc., per tenore delle presenti concediamo a Messer Anselmo Conte della Cerra provocato, e a Messer Cavaliere innominato provocatore, ambedue qui presenti, campo franco e sicuro a primo transito nella terra nostra di Benevento, dove ognuno di loro possa diffinire con l'arme la querela di crimenlese per lo tempo e termine di tutto il presente giorno, nonostante alcuna cosa in contrario, etc. etc.
Ed ora prendiamo quanto di ottimismo ci rimane in fondo dell'animo e concediamo che governo e Parlamento concordemente si mettano all'opera per dare alla Sicilia una legislazione riformatrice economico sociale, quale le occorre e quale, del resto, su per giù occorre al resto d'Italia. Di fronte ad una siffatta manifestazione di buona intenzione potremo dire che si sono superate le più gravi difficolt
E' piu' ui concediamo, che tutti vostri arnesi, e' masseritie di casa, gioie, perli, oro, e' argento, spoglie, & altro di casa uostra usate, acquistate fuora delli stati nostri, quanto di quelle acquistati, nelle predette stati nostri, in tutto, o' in parte, siano franchi, e' liberi di ogni pagamento di gabelle, tanto nel entrata quanto nel uscita, nonostante qualsiuoglia Legge, & ordinatione, che fusse in contrario.
Noi concediamo questo diritto alla Francia, perchè crediamo alla solidariet
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