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Aggiornato: 22 luglio 2025


Il comandante porse la destra al giovine straniero e lo sollevò di terra, lo confortò amorevolmente, quindi "Buon augurio!" esclamò il guerriero italiano, rivolto ai circostanti. "Buon augurio! la burbanza straniera prostrata davanti alla maest

Gli avamposti s'erano ripiegati sulle Colonnelle dove erano appostate le fanterie romane; l'attacco si svolgeva su tutta la linea; la fucilata era vivissima da ambe le parti; quando Garibaldi, vista spuntare sulla strada la testa della cavalleria nemica, spiccò il Masina coi suoi cinquanta lancieri ad arrestarla; e il Masina si slanciava seguito dai suoi compagni: ma o perchè sopraffatti dal torrente della cavalleria nemica sei volte più numerosa, o perchè i loro cavalli fossero nuovi a quel vertiginoso giuoco delle cariche, il fatto è che al primo cozzo furono travolti, e voltarono briglia tutti quanti, abbandonando il loro comandante alle prese col colonnello nemico che ne riportò la testa spaccata.

Alla seconda brigata, formata di mille uomini di Guardia Civica e del primo Reggimento di fanteria leggiera fu posto comandante il Colonnello Masi.

In quanto al successo, Garibaldi riposava con animo tranquillo sugli uomini onde formò il piccolo corpo di spedizione. Se non che il comandante stavasi pago di campeggiare in Calabria, gran che si doleva del forte non preso, e forse non ci aveva mai pensato molto seriamente.

Garibaldi dopo il «49» si era recato a New-York con la speranza di trovare imbarco come comandante od anche come secondo di nave mercantile; dopo lunga aspettativa una Societ

Il comandante della Pinta non credeva più alla esistenza della terra, nel rombo seguito da Cristoforo Colombo. Questa sua sfiducia crebbe tanto, che nella sera del 6 ottobre, Martino Alonzo Pinzon si fece ardito a proporre di piegare risolutamente a sinistra, cercando terra verso mezzogiorno. Inutile il dire che l’almirante non reputò conveniente di appagare il desiderio di Martino Alonzo Pinzon.

E con la mano distesa, il comandante della Pinta accennava verso garbino, o libeccio, se meglio vi piace, dove infatti appariva una lingua di terra all’orizzonte, forse venticinque leghe distante dalle navi.

Plochiù, il generale comandante della spedizione eletta a sedare la rivolta, prima di ricorrere ai mezzi estremi, esitava, temporeggiava, attendendo rinforzi. Verso le cinque pomeridiane, in luogo delle truppe arrivò un telegramma. Il generale lo lesse esprimendo cogli accenni del capo la più viva soddisfazione: Assemblea generale in seduta permanente delibera ed ordina nessuna resistenza movimento anarchico generale passi la volont

Risollevandosi la prora si videro sul castello gruppi di marinai carponi, afferrati alle bitte, alle áncore, ai candelieri della battagliola; si udì la voce del comandante in seconda ordinare: Tutti via dal castello!... Alla lancia di salvataggio!...

Una barca da nolo portò un altro fattorino del telegrafo con un espresso: un piego del ministero degli Esteri. Barbarini, dopo averlo mandato al comandante, vedendo che il suo figliuolo tardava a tornare, e concependone qualche inquietudine, fece chiamare il sottotenente di vascello Marco Roccaforte. Lei è molto amico di Luigi Carleoni: sa dove si potrebbe trovare, a quest'ora?

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