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Aggiornato: 26 giugno 2025


non mi celar chi fosti anzi la morte, ma dilmi, e dimmi s'i' vo bene al varco; e tue parole fier le nostre scorte>>. <<Lombardo fui, e fu' chiamato Marco; del mondo seppi, e quel valore amai al quale ha or ciascun disteso l'arco. Per montar su` dirittamente vai>>. Cosi` rispuose, e soggiunse: <<I' ti prego che per me prieghi quando su` sarai>>.

E questo pensiero la vessava di tal modo che non ne avrebbe saputo celar la smania a nessuno; in alcuni momenti di quella giornata, per quanto, richiamandosi in mente e gli atti, e le parole, e le soavi espressioni del suo Fossano, non potesse trovare alcun fondamento per crederlo infinto, si figurava di vederlo ancora vicino alla contessa Giulia, la cui bellezza, sebbene tentasse dissimulare a medesima, pure le stava sempre innanzi gli occhi.

E quel frustato celar si credette bassando 'l viso; ma poco li valse, ch'io dissi: <<O tu che l'occhio a terra gette, se le fazion che porti non son false, Venedico se' tu Caccianemico. Ma che ti mena a si` pungenti salse?>>. Ed elli a me: <<Mal volentier lo dico; ma sforzami la tua chiara favella, che mi fa sovvenir del mondo antico.

non mi celar chi fosti anzi la morte, ma dilmi, e dimmi s’i’ vo bene al varco; e tue parole fier le nostre scorte». «Lombardo fui, e fu’ chiamato Marco; del mondo seppi, e quel valore amai al quale ha or ciascun disteso l’arco. Per montar dirittamente vai». Così rispuose, e soggiunse: «I’ ti prego che per me prieghi quando sarai».

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e come da me son porte, così queste parole segna a’ vivi del viver ch’è un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch’è or due volte dirubata quivi.

Ma veggio uscir Trinca da casa vostra molto allegro: aspettiamo, fin che ne sappiamo la cagione. EROTICO. Cerca di noi, e ci vuol dar una buona nuova. ATTILIO. Niuna buona nuova può esser per me, se non che Cleria fusse mia moglie; ma ciò non potendo essere, dunque non è buona per me. EROTICO. Trinca, volgeti a noi. TRINCA. Io non posso piú celar l'allegrezza, e bisogno che sfoghi.

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.

15 Mostran le braccia sua misura giusta; e la candida man spesso si vede lunghetta alquanto e di larghezza angusta, dove nodo appar, vena eccede. Si vede al fin de la persona augusta il breve, asciutto e ritondetto piede. Gli angelici sembianti nati in cielo non si ponno celar sotto alcun velo.

non mi celar chi fosti anzi la morte, ma dilmi, e dimmi s'i' vo bene al varco; e tue parole fier le nostre scorte>>. <<Lombardo fui, e fu' chiamato Marco; del mondo seppi, e quel valore amai al quale ha or ciascun disteso l'arco. Per montar su` dirittamente vai>>. Cosi` rispuose, e soggiunse: <<I' ti prego che per me prieghi quando su` sarai>>.

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.

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