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Aggiornato: 24 giugno 2025
Ibrahim si stropicciò allegramente le mani ed entrò nel caffè che trovavasi pochi passi lontano. Meglio così, borbottò il reis. Si addormenter
Otto giorni dopo io mi trovava al caffè Martini quel convegno di artisti che non lavorano, di cantanti che non cantano, di letterati che non scrivono, e di eleganti che non hanno uno spicciolo e si parlava, raccolti in buon numero attorno ad un tavolo, d'una specie di pasticcio di nuova invenzione, qualche cosa di consimile al pudding, che era stato aggiunto quel giorno alla nota delle vivande del ristorante.
O'Donovan che si era fisso di viaggiare in Oriente, vi ritornò, fece delle esplorazioni importanti, poi, nel suo ultimo viaggio si fermò a Costantinopoli, dove lo attendeva una nuova disgrazia. Essendo in un caffè si mise a parlare come fosse a casa sua del Sultano e del governo criticandoli. La Sublime Porta lo fece arrestare e lo tenne lungamente in prigione.
Salgo in una carrozza, e mi lascio condurre al Colosseo. Attraverso la stupenda piazza della Colonna Traiana, piena di gente anch'essa e illuminata; passo per parecchie piccole strade; dappertutto lumi. Guardo nei caffè, nelle osterie: dappertutto soldati e popolani insieme, dappertutto grida di viva Roma e viva il nostro esercito, dappertutto canti, amplessi, grida di gioia, bandiere.
A Brescia ci si trovò subito e molto bene. Egli faceva sempre vita in mezzo agli ufficiali; andava con loro al caffè, al teatro, e al passeggio sul corso di Torre Lunga, Dava loro delle lezioni sul modo di battersi, di tirare, di stare a cavallo, e guardava i borghesi dall'alto al basso.
Un mese dopo questi discorsi e gli altri del caffè dell'Aquila, Torino aveva la sua meraviglia, come Rodi, come Efeso, come Tebe, e come altre citt
Mentre prendevamo il caffè, entrò il servitore ad annunciare che una persona, la quale non aveva voluto dare il suo nome, domandava di parlare al professore. Questi uscì per raggiungere nel salotto il suo visitatore, e lo vedemmo ricomparire dopo pochi minuti.
Delle schiene a rigoni, delle braccia a rigoni, delle gambe a striscie e delle teste col copricapo listato di caffè e di bigio con dei puntini che paiono tante punzecchiature di pulci. Il numero di matricola aveva ingrossato il cuore di alcuni miei compagni.
Il duca, tremante, balbettante, le corse dietro: "Stella!... Stella!... Regina!" ma sentendo i passoni gravi dello zio Matteo, si avvicinò subito al pianoforte, esclamando, colla voce stonata per l'orgasmo, per l'eccitazione: "Oh, l'Ideale! Ca.... aro ideal!... Proviamo un pochetto d'ideale!" Dopo il caffè, figliuoli miei! Dopo il caffè!
Ascoltava per le vie fracassose il trotto pesante e corto dei cavalli che battevano il terreno; pareva che un reggimento di grossa cavalleria passasse di continuo sul duro selciato lubrico, sul fango nero. Pranzava di frequente col padre in un caffè di grido.
Parola Del Giorno
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