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Aggiornato: 30 giugno 2025
Questa sala, o piuttosto cantina, non aveva palco, era a volta, nera ed umida: accanto ad essa erano altre tre stanze, una ad uso di cucina, l'altra ad uso di salotto, la terza ad uso di camera; in quest'ultima si vedevano tre botole le quali mettevano in altrettanti anditi sotterranei, destinati a ricevere l'onesto prodotto della così detta busca dei veneziani livornesi, nome con cui da costoro viene appellato quel giornaliero lor modo d'impadronirsi della roba altrui.
Una savia e costumata fanciulla, che quel che vuole suo padre vuol lei! E poi, come supporre che una donnina a modo, e della sua levatura, si fosse invaghita di quel tanghero? Eh, quanto a ciò, se ne son viste tante, e il conte di Cascherano non sarebbe il primo.... Ma vedi il tuo messer Giacomino, come s'è invelenito! S'affanna per la gloria, il poverino! E se, per caso, le busca....
Ma conte di Lavagna restate. E m'è entrato in testa che il re Ferdinando, abbandonato da tanti gentiluomini di qui, vada in busca dei più illustri d'ogni terra. Non siete voi anche nipote di quel Giacomo, che mezzo secolo fa è stato vicerè di Napoli? Ferdinando li conosce, i grandi nomi d'Italia; e vi vorr
Il capitano, facendo un passo verso il nuovo venuto, disse con accento asciutto e risentito: Signore, mio genero non è a Torino. Busca si volse di scatto verso di lui. Ah, proruppe, il birbone è proprio scappato... Il signor Biale gli troncò aspramente la parola. Chi siete voi? che modo è codesto? che impertinenza è la vostra? E il dabbene Bernardo con tutto il calore di cui era capace: Chi sono?
Arriva a proposito. Va ad aiutarmi. Si assise innanzi al caminetto ed aspettò. Marco non venne da lui. Era entrato nel piccolo atelier di Regina. Sergio andò in busca di lui. Ma, giunto alla porta dell'atelier, alcune frasi, cui infraintese, colpironlo.
La madre, che era andata in busca di cibo, non tardò molto a giungere, e, scambio di strillare, come usano gli altri uccellini, si avventò al fanciullo, e lì, stando sull'ale, lo bezzicò animosa più volte sul capo. L'atto gli fece senso, e gli diede anche la coscienza del male operato. Ritornò indietro con quella furia addosso, e pregando l'amico di girar largo, per non recarle spavento.
Ma come, se non ne aveva manco i mezzi?... In quella ecco aprirsi l'uscio e il signor Bernardo Busca, cassiere della banca, presentarsi con fra mano alcuni sacchetti ed un grosso viluppo di biglietti di banca. Ecco le novanta mila lire richiestemi per questa sera. Vuole che le riscontriamo insieme? Oh, non occorre: rispose Gustavo; le deponga costì, ed io glie ne do tosto il discarico.
Ora, egli avvenne un giorno che il conte Alessandro avesse urgente uopo di parlare a suo fratello. Ne andò in busca alla biblioteca, ove recavasi di ordinario dopo l'asciolvere. Alessandro incontrò Ivan alla porta. Il principe è qui, Ivan? Sì, padrone. Apri. Non si entra, padrone. È egli solo? Solo. Lavora dunque? No. Apri. Impossibile, padrone. È per suo ordine? Padrone, sì. Che fa egli dunque?
Io sono franca, e specialmente in certi casi bisogna spiegarsi bene per non avere a pentirsi poi. Sapete benissimo che vi è la legge, dentro la quale è facile cascare: si busca un anno per lo meno e si è rovinati per sempre: dunque la ragazza ne è contenta? Con me ha detto così, rispose la signora Veronica: potrete interrogarla voi stessa.
Il nuovo venuto andò ad uno di que' sportelli e, battendovi dentro colle dita, chiamò in pari tempo, colto voce dell'uomo sicuro del fatto suo: Signor Busca! signor Busca!
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