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Aggiornato: 20 luglio 2025
«Cavaliere,» rispose il capitano «a Dio non piaccia che noi vi usiamo violenza; il nostro signore Buoso da Duera ci ha mandato incontro a voi, perchè vi scortassimo al luogo dove adesso si trova: piacciavi pertanto seguitarci, che noi non vogliamo far cosa che possa riuscirvi molesta.» «E come il vostro signore ha avuto notizia dell'esser mio?»
«Ebbene?» disse Rogiero. «Ebbene; si spedisca un messo fedele a manifestare a Carlo quanto ho fino adesso esposto: queste sono credenziali sottoscritte dai maggiori Baroni del Regno; ormai faccio conto, che Carlo sia entrato in Monferrato: un nostro messo che si affrettasse potrebbe incontrarlo in Lombardia. Dove s'imbattesse in qualche cavallata di Ghibellini, queste altre sono lettere per Buoso da Doara, che il lascerebbe passare. Ma questo è gelosissimo negozio; dipende dalla lealt
«Vi chiedo perdono, Messer Buoso, ma in cortesia vorreste rispondere ad una mia domanda?» «Dite.» «Non siete voi Ghibellino?» «Che vuol dire Guelfo, che Ghibellino? Io sono per me; del nome non mi curo più che del colore della veste; in qualunque sembiante procaccio mia ventura.» «Ma voi fin qui non combatteste per la fazione ghibellina, Messere?»
e la lingua, ch’avëa unita e presta prima a parlar, si fende, e la forcuta ne l’altro si richiude; e ’l fummo resta. L’anima ch’era fiera divenuta, suffolando si fugge per la valle, e l’altro dietro a lui parlando sputa. Poscia li volse le novelle spalle, e disse a l’altro: «I’ vo’ che Buoso corra, com’ ho fatt’ io, carpon per questo calle».
Finalmente due signori principali di questi, Oberto Pelavicino e Buoso da Doara, sollecitati l'un contro l'altro dal tiranno, scoprono il doppio tradimento, abbandonano il traditore, s'aggiungono alla lega guelfa; ed Ezzelino che avanzavasi verso Milano, si trova rinchiuso tra questa e l'Adda, in mezzo a un cerchio di nemici; combatte a Cassano, è vinto, ferito e preso, e si lascia morir ferocemente.
«Deve esser punito; per le grandi colpe serve il libro della mente, per le piccole bisogna prenderne nota, onde non obliarle; una vendetta perduta è un invito allo oltraggio.» E qui Buoso trasse di seno alcune tavolette, sopra una delle quali scrisse: Capitano Piero mi deve la pena di aver rotto il mio comandamento; e riponendole soggiunse: «Avanti che il mese finisca, in modo aperto o segreto la pagher
e la lingua, ch'avea unita e presta prima a parlar, si fende, e la forcuta ne l'altro si richiude; e 'l fummo resta. L'anima ch'era fiera divenuta, suffolando si fugge per la valle, e l'altro dietro a lui parlando sputa. Poscia li volse le novelle spalle, e disse a l'altro: <<I' vo' che Buoso corra, com'ho fatt'io, carpon per questo calle>>.
«Italia è qui,» rispose Buoso toccandosi la fronte: «ho udito raccontare di tempi nei quali era altrove, ma io non li vidi, nè credo, che sieno stati; nondimeno, se possono essere, mentre si aspettano, ogni uomo si ponga la mano alla fronte, e dica: Italia è qui.» «La fama?». «Oh la fama! è l'ombra del buon successo: procura mantenerti felice, e gli uomini procureranno di chiamarti glorioso.»
e la lingua, ch’avëa unita e presta prima a parlar, si fende, e la forcuta ne l’altro si richiude; e ’l fummo resta. L’anima ch’era fiera divenuta, suffolando si fugge per la valle, e l’altro dietro a lui parlando sputa. Poscia li volse le novelle spalle, e disse a l’altro: «I’ vo’ che Buoso corra, com’ ho fatt’ io, carpon per questo calle».
Questa a peccar con esso cosi` venne, falsificando se' in altrui forma, come l'altro che la` sen va, sostenne, per guadagnar la donna de la torma, falsificare in se' Buoso Donati, testando e dando al testamento norma>>. E poi che i due rabbiosi fuor passati sovra cu' io avea l'occhio tenuto, rivolsilo a guardar li altri mal nati.
Parola Del Giorno
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