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Aggiornato: 9 maggio 2025


In Toscana, in Lombardia, in Piemonte le cittá si rifacevan guelfe, e le piú facevan Carlo capo di lor vari governi, di lor signorie, signore. In Lombardia, i due grandi capi ghibellini Oberto Pelavicino e Buoso di Doara finirono, quegli poco piú che signor privato di castella, questi spoglio del tutto. Se Carlo si fosse contentato d'Italia, egli l'aveva allora.

«Ebbenedisse Rogiero. «Ebbene; si spedisca un messo fedele a manifestare a Carlo quanto ho fino adesso esposto: queste sono credenziali sottoscritte dai maggiori Baroni del Regno; ormai faccio conto, che Carlo sia entrato in Monferrato: un nostro messo che si affrettasse potrebbe incontrarlo in Lombardia. Dove s'imbattesse in qualche cavallata di Ghibellini, queste altre sono lettere per Buoso da Doara, che il lascerebbe passare. Ma questo è gelosissimo negozio; dipende dalla lealt

Finalmente due signori principali di questi, Oberto Pelavicino e Buoso da Doara, sollecitati l'un contro l'altro dal tiranno, scoprono il doppio tradimento, abbandonano il traditore, s'aggiungono alla lega guelfa; ed Ezzelino che avanzavasi verso Milano, si trova rinchiuso tra questa e l'Adda, in mezzo a un cerchio di nemici; combatte a Cassano, è vinto, ferito e preso, e si lascia morir ferocemente.

Federigo non pertanto viveva: fatto prigioniero dai Bresciani, si traveste da mendico, e ricompare a Pavia con l'onta di una disfatta sul volto. Fremeva il superbo nel doversi dir vinto: ma i casi più potenti di lui lo costringevano a mandare a Roma ambasciatori per la pace, tanto adesso da lui lealmente domandata, quanto poc'anzi perfidamente conclusa con Ezzelino padre del feroce Ezzelino da Romano, ed Anselmo padre di Buoso da Doara, a nome della Lega Lombarda. Convennero di un Congresso in Bologna; poi mutarono in Venezia, a patto che non c'intervenisse lo Imperatore se non a pace fermata. I Ministri non si accordavano; invece di pace proponevano tregua di quindici anni pel Papa e pel Re di Sicilia, di sei per la Lega Lombarda. Federigo domanda avvicinarsi al luogo del Congresso, e al punto stesso, senza nessuna risposta aspettare, lasciata Pomposa, villa nel contado di Ravenna, giunge a Chiozza. Parte dei Veneziani tumultuando chiede che sia ammesso in citt

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