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Non così incerti ondeggiavano gli affetti in Buonvicino, il quale, sebbene fresco ancora di cuore e virtuoso, avea però sperimentato del mondo la sua parte, ed esaminato abbastanza questa vita, che è una commedia per chi osserva, una tragedia per chi sente.

Se allora Buonvicino gli valesse, lo argomenti chi nei maggiori suoi bisogni sentì la necessit

Qui appunto sta il forte, (riprese la parola fra Buonvicino animandosi), che sotto al manto della rettitudine non si mascheri l'iniquit

Il Buonvicino li lasciava sempre soli, tra per non mettere ombra col trascurare le solite occupazioni dell'istituto, e tra per darsi attorno, e informarsi di quello che importava sapere. La notte poi tutta la vegliava il buon frate coll'amico a discorrere dei casi loro, a provvedere, a confortarlo.

Vero è che Buonvicino, nei momenti in cui la ragione prevaleva, accorgendosi di queste illusioni, aveva sperimentato varie guise per distogliere l'animo dal riprovevole sentimento. Viaggiò alcun tempo, ma presto ritornò, persuaso che la lontananza fa come il vento, spegne le fiammelle, avviva gli incendj. Cercò distrazioni nel mondo, nei divertimenti; ma come gli parea muta, scolorata ogni allegria, non divisa con lei! come, al confronto della vanit

Quante fiate Buonvicino era passato innanzi a quel piazzuolo, a quell'olmo, a quella chiesa senza più che inchinarsi, come si usa ai luoghi benedetti! Ora vi si fermò; tenne gli occhi sopra una porta che, di fianco alla chiesa, introduceva al convento, e vi lesse scritto: In loco isto dabo pacem.

Quando Buonvicino entrò nella cella, era bujo affatto, lo che tolse a Francesco di vederne la fronte, pallida come di cadavere, ma tutta l'estensione della sua disgrazia dovette comprendere quando, chiesto a Buonvicino della Margherita, questi non fece che stendergli la mano convulsa e madida di sudor gelato, mentre un singhiozzo mal represso gli rivelò il pianto dell'amico.

Tutto questo insieme facea su Buonvicino l'effetto di un placido zefiro sopra un lago mareggiante. Vagò osservando, riflettendo, e il suo passo, dapprima frettoloso e incomposto, veniva lasciando la furia, e dando indizio della calma che a poco a poco le subentrava.

Tentone si inoltrò Buonvicino, e appressatosi ad una delle sedici colonne che in tre navate dividevano il tempio, trovata alcuna cosa, le si inginocchiò davanti, e tastando si accorse esser un avello, con sopra effigiato colui che in esso riposava.

Qui nuovo silenzio, nuovo pianto, da cui la destò un altro botto della campana ferale; onde riprese: Buonvicino, amico mio, vero amico... addio! addio! ci troveremo in cielo, e prestoSi sforzò di proferire con fermezza queste parole, ma il singhiozzo gliele ruppe in gola: il frate ripetè «Prestoindi si trasse il cappuccio sugli occhi, e s'avviarono.