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Aggiornato: 23 giugno 2025
Il duca di Francavilla rimase a tutta prima un po' sconcertato; ma intese benissimo che il sottoprefetto voleva offrirgli un appiglio a correggere con le sue note il discorso del priore di San Bruno. Non son io che parlo, è il priore; disse egli; relata refero, e ambasciatore non porta pena. Non è vero, signor Gentili?
La voglia d'ingrandire l'ordine nuovo di San Bruno poteva giustificarsi col numero dei frati, che erano gi
Clara Dolores aveva trovato a Milano ancora un manipolo di signore e di signori che vi si trattenevano per gli esami dei figliuoli o per ragioni d'affari; e con quelli si divertiva a fare scampagnate nei dintorni e a inventare ogni giorno un pretesto urgente per muoversi e muovere con lei tutta la brigata. Bruno le aveva consigliato di prendere una automobile.
Andava dicendo che voleva Bruno, che intendeva ritornare in Italia e riprendere la sua vita più riposata, anche pel bene del giovinetto; ma se ne dimenticava poi, sospinta da una specie di fretta che si rispecchiava nella volubilit
Doveva essere anche intelligente. Vi piace quel fanciullo? chiesi al dottore. Carino! mi rispose costui sorridendo. Come vorreste che fosse, per chiamarlo bello? Bruno forse? Forse.
Ella sa, signor conte, disse l'Alemanni con un sorriso, che la sua sostanza è stata interamente liquidata. Esiste ancora il fondo della Tralda, che frutta dalle sei alle ottomila lire l'anno, ma appartiene al piccolo conte Bruno, il quale potr
Così avvenne che all'ora della colazione, di sedici frati che vivevano a San Bruno, non ce ne fossero in refettorio che quattordici. Il padre Prospero e il padre Adelindo erano andati fuori, e la campana del refettorio non aspettava nessuno. Ma, che diavolo? Non erano neanche quattordici, i presenti. Oltre quei due, che il priore non s'aspettava di vedere a tavola, mancava anche il padre Agapito.
Fai l'impostore, insomma! spiegò Nicla. Sì, faccio l'impostore! confermò Bruno. Un bambinetto ingenuo, un po' tardo, mezzo addormentato, mezzo scemo? incalzò Nicla, non potendo trattenere un sorriso. Proprio così! dichiarò Bruno, battendo le mani. E perchè, povera mamma, perchè ingannarla?
Bruno non lo voleva: se ne sentiva offeso, e Fabiano gli aveva spiegato, con un ambiguo sorriso, che c'era più forza nella groppa dell'asino che nella testa del serpente. Del resto il serpente era un emblema femminile. Tu, alla tua et
Bruno la teneva in mano, inerte e arrendevole; ma sentiva la sua bellezza ben diversamente da ciò ch'ella supponeva; e per non atterrirla, si frenava, nascondendo con cura la passione che cominciava a soffiargli nel cuore.
Parola Del Giorno
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