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Aggiornato: 23 giugno 2025
"Vi abituerete col tempo," disse il Bruco, e rimettendosi la pipa in bocca, rincominciò a pipare.
Il Bruco ed Alice si guardarono in faccia per qualche istante senza far motto; finalmente il Bruco staccò la pipa di bocca, e le parlò con voce languida e sonnacchiosa. "Chi siete voi?" disse il Bruco. Questa domanda non invitava troppo a una conversazione.
Alice rispose con un pò di timidezza, "Davvero io io non saprei dirlo ora so almeno chi ero quando mi levai questa mattina, ma d'allora in poi temo essere stata scambiata più volte." "Che cosa mi andate contando?" disse il Bruco con voce austera. "Spiegatevi meglio!" "Temo non potere spiegarmi," disse Alice, "perchè non sono più me stessa, com'ella vede." "Io non vedo," rispose il Bruco.
Tra due rami d'acacia un ragno aveva gettato i suoi fili dall'alto al basso, regolarmente, per accingersi poi a lavorare in tondo la tela; un bruco cadendo da un ramo superiore, gli aveva rotto uno dei fili, ed esso stava rimettendolo da capo. Non è coraggio questo? Marta sorrise. Ma non basta. Aspetti un momento, tanto che esso abbia attaccato il filo. Benone! Or ecco un colpo della sorte.
Le sue labbra erano semi aperte, e le ai vedeva sempre sul labbro superiore la scottatura ancor viva cui Sergio vi aveva impressa come una foglia di rosa pizzicata da un bruco. Ella era bella. Ella avrebbe data la vertigine a tutt'altro uomo, che ad un marito oltraggiato e dominato dal demone della vendetta.
"Non l'avete recitata bene," disse il Bruco. "Temo di no," rispose timidamente Alice, "certo alcune parole sono scambiate." "Male dal principio alla fine," disse il Bruco con accento risoluto, e successe un silenzio per qualche minuto. Il Bruco fu il primo a parlare. "Di che statura vorreste essere?" domandò.
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