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Aggiornato: 24 maggio 2025
Onorevole, onorevole, se potesse favorirmi due bigliettini, uno per me e uno per mia moglie?... La mia signora non va mai alla Camera, ma quando ha saputo che deve parlare l'onorevole Varedo ha dichiarato subito che non voleva perder l'occasione di sentir uno dei nostri primi oratori.
L'altro, con un sorrisetto significativo, gli diede una letterina che avevano portato allora dal teatro Dal Verme. Gian Maria e Temistocle, per incarico del fratello, stavano alle vedette, per badare in quei giorni che certe lettere o bigliettini non capitassero fra le unghie materne. Giacomo, mentre si asciugava le mani, guardava fisso la lettera con occhio torvo: Dammela.
La zia Rosa invia pure benedizioni e saluti...." Dopo aver letto ad alta voce tutti quei bigliettini, la ragazza li ripiegò con cura e li mise nel cassetto della piccola scrivania. Pietro la guardava e piangeva silenziosamente. No! No!... Non deve commuoversi così!... Le fa male!... e gli asciugò gli occhi col suo fazzoletto.
Ma vi era, in Giuliano, scrittore, una grazia che resiste e rivive in mezzo a tutti gli artifizi di stile. Vediamo, per esempio, questi bigliettini ch’egli scriveva a Libanio, un maestro da lui venerato non meno di Giamblico e di Massimo. Libanio gli aveva promesso di mandargli un suo discorso. Ma il discorso non giungeva, e Giuliano gli scrive⁴⁰⁶: ⁴⁰⁶ Iulian., 482, 21 sg.
Il giovanotto ci nascondeva dentro bigliettini pieni di foco, e la fanciulla, che non si era mai lasciata sfuggire una riga di scritto, segnando col lapis alcune parole dei romanzi, con un certo alfabeto combinato d'accordo fra loro due, gli indicava le ore, il luogo dove vedersi e trovarsi, gli mandava ordini e contrordini.
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