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«Dio di misericordia! Quante belle cose ci sono ancora sulla buccia terrestre! Noi s'invecchia, non c'è che dire; ma il mondo, eterno adolescente, si rinnova di fronde e fiori ogni giorno. Fiori di prato, o di stufa, ogni stagione ci ha i suoi. La primavera, tornata fin qui tanti milioni di volte, ritorner

E blanda, supplichevole, appoggiando le belle mani sulle spalle di colui, tentava piegarne l'impassibile cupidigia, ma non faceva sovra di esso maggior colpo che il sospiro di un vento di aprile sopra una montagna di marmo. Che Dio? che diavolo? che carit

Monsignor Cocle, perdio! che vede pertanto delle belle dame alla corte e passa al bucato la coscienza del re e della regina.... sissignore! egli si è impaniato in quella moresca butterata... Che specie di femmina è dunque codesta piccola Passaro? domandò Don Diego, intrigato perchè colui parlasse di codesto, e così liberamente, con lui, cui punto non conosceva. Ma l'è di lei che io parlo.

Anche queste tre sono belle: ma una più dell'altre a gran pezza; di guisa che voi medesimi, o lettori, chiamati a giudicare, dareste il vostro voto alla marchesa Ginevra.

salimmo su`, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. Purgatorio: Canto I Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a se' mar si` crudele; e cantero` di quel secondo regno dove l'umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno.

DON FLAMINIO. Non spaventarti per questo, ché le donne al principio sempre si mostrano cosí ritrose: si ammorbiderá ben . Ma abbi pazienza, Leccardo mio, ché de' colpi delle sue mani non ne morrai. LECCARDO. Le tue belle parole non m'entrano in capo e mi levano il dolore e la fame. DON FLAMINIO. Faremo che Panimbolo ti medichi e ti guarisca.

Egli fermò il cavallo. Ehi, Scaramelli, è bassa l'acqua? , signor dottore... Sei malata? Ella arrossì lievemente. No... sto bene... Allora è l'amore!... E lanciò una facezia grossolana, tentando di pizzicare le belle braccia sode della contadina. Ma ella fece a tempo a ritrarsi. Scusa sai, non mi ricordavo che con te non si scherza. Ho visto la tua sorella alla Cascina Grande; non pare più lei.

La povera Eccellenza, che in vita sua aveva molto lavorato e pochissimo avvicinato le belle signore, capì.... non capì. Che cosa doveva capire? Era appena un complimento? Era più di un complimento?... Il forte parlamentare perdette la prontezza della parola. Amabilissima e.... Amabilissima!... Ma intanto.... perchè non vien lei.... a Roma?...

Nina si fece rossa, rise e rispose senza ombra di modestia che non sapeva. Lo so forse io, aggiunse celiando il pittore; le donne così dette belle nascondono sempre un loro difettuzzo che lo spettatore non riesce a scoprire subito, e questo lo turba; le veramente belle non nascondono nulla all'ammirazione contenta. Forse è così.

Teresa Gnoli, romana, le cui poesie adornano l'Almanacco Poetico, possiede un vero talento poetico, un profondo e pensoso sentimento che si esprime in belle forme. La sua Musa è patriottica e fra gli uomini porta, in nome delle donne della sua terra, il suo contributo alla civilt