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Aggiornato: 6 giugno 2025
Guarderò i cieli azzurri, Il mar pieno d'incanti, Di calme e di susurri, E i pulviscoli in aria roteanti. L
Il disegno dei ricami che rappresentano uccelli e fiori fantastici, verdi, azzurri, bianchi, rossi e gialli, tutti in un mucchio, è rozzo, come lo potrebbe fare un bambino; la bellezza del lavoro è tutta nella veramente meravigliosa armonia dei colori.
copre il viso di Mabima addormentata, con uno de' suoi veli azzurri, poi si alza cautamente e si avvicina a Kabango. Kabango, Mabima è addormentata. Ma guarda, come respira affannosamente. Sembra strangolata dal sole! L'aria è una lana rovente! Il sole trapana il cranio! Anche le nostre voci sono schiacciate dal peso della luce. Il cielo è un blocco di silenzio incandescente!
Se fosse stata rassegnata davvero, negli ultimi istanti, quando mi fissava in viso gli azzurri occhi gi
Valeria tornò a casa come in sogno. Andò a cercare nel suo dizionario inglese-italiano la parola «haunting». La trovò: «ossessionante»! Si sentì contenta di avere gli occhi ossessionanti. E lui, che occhi aveva? Non si ricordava più. Azzurri forse. Forse bruni.
Imperava dovunque una molle rilassatezza. La campagna verde, a sinistra, inturgidiva sotto il calor sensuale; oltre la strada, a destra, il mare si stendeva ampio; e tra i due azzurri cupi del cielo e delle acque, una vela, porporina di raggi, somigliava a una svelta lingua di fuoco. Era uno di quei giorni frequenti, in cui la complessa vita d'ogni cosa ha una solennit
V'era sul suo cappello qualche cosa di azzurro che faceva sembrare più azzurri i suoi occhi. Dietro di lei, in braccio a Valeria, la piccina agitava una piccola mano, inguantata di lana bianca, in segno di addio. Ecco: la campana battè il suo rintocco; si udì il fischio: il treno si mosse.
Con voce più bassa, dirigendo le parole a un giovane inglese dai baffi rossicci, gli occhi azzurri, la fronte nuda, soggiunse: Credete che fosse felice? L'interrogato rispose con un gesto ambiguo, che poteva significare tanto consenso quanto dubbio o ignoranza. Quel povero principe!... riprese allora la baronessa sogguardando continuamente la straniera.
Mentre Donna Laura seduta riprendeva le forze, la femmina parlava oziosamente, tenendo fra le braccia un quinto bambino, tutto coperto di croste nerastre tra mezzo a cui si aprivano due grandi occhi, puri ed azzurri, come due fiori miracolosi. Donna Laura domandò:
«Ah! signorina,» rispose la vecchia, «come mi avrebbe colpito in questo modo, se non fosse l'effigie della mia padrona! O cielo,» soggiunse quindi riprendendo la miniatura, «ecco i suoi begli occhi azzurri, e quello sguardo così affabile e lusinghiero! Ecco la sua espressione, quando aveva pianto sola per qualche tempo!
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