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Ad onore di quei provetti schermitori, bisogna anche dire che nessuno tra loro avrebbe comprato per due lire l'obbligo di lodare il libro; tanto più che, per lodarlo, non c'era mestieri di leggerlo. Orbene, come si vende? gli chiese un giorno Valerga. Sono passato ancora stamane da Maggi; rispose Ariberto. Egli non ne ha spacciato che quattro copie a tutt'oggi.

Del resto Ariberto sapeva pure che Vittorina Ornavati amava in silenzio Folco Filippeschi; e che Gioconda Filippeschi, superba e sdegnosa, non amava nessuno. Per quest'ultima parte, Ariberto si sforzava a non essere sincero con stesso.

Fin che fa piacere a Gioconda. Eh allora! esclamò Ariberto ridendo. Ma Gioconda gli lanciò un'occhiata insolitamente fredda. Quei discorsi la rattristavano.

Per ciò Ariberto Puppi non s'era ammogliato. È una «cuffia»! egli disse a medesimo, per definire l'amore di Folco verso Gioconda.

Occorreva una forza eccezionale, disse Ariberto. E Folco non l'ha. Ah, esclamò Gioconda con un sorriso ironico. Voi credete dunque che essere debole sia un'attenuante agli occhi di una donna? Io non so se di donne vi intendiate: mi hanno detto che .

La contessa Filippeschi sua moglie. Ah, sua moglie! ripetè Vittorina. E l'altro? Il marchese Ariberto Puppi.... È loro parente? No, signora. È un amico. E hanno anche un bambino? Una bambina: Lillia! Ha poco più d'un anno: ecco, la governante la conduce giù....

Quanto ai colleghi del giornale La Dora, zitti e buci che non parea il fatto loro. Ma qui bisogna dir tutto; Ariberto da principio non aveva mandato loro il volume. Si era pentito, ma tardi; il male era fatto. Intanto, ogni due giorni regolarmente andava a pigliar lingua dai signori librai, che gli davano regolarmente le più sconsolanti notizie.

Giuggiole! Non era poco.... esclamò Ariberto. Era la verit

Ariberto Puppi non comparve l'indomani i giorni successivi; mandò alla contessa un gruppo di orchidee e stette assente una settimana. Gioconda non disse nulla, ma fu inquieta. Quell'uomo conosceva Parigi come ella conosceva la sua piccola casa trafitta da misere finestrucole; era una guida sicura.

Ariberto si scusò. Ho commesso una goffaggine, contessa!... Gi