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Aggiornato: 28 giugno 2025


Ma distendi oggimai in qua la mano; aprimi li occhi>>. E io non gliel'apersi; e cortesia fu lui esser villano. Ahi Genovesi, uomini diversi d'ogne costume e pien d'ogne magagna, perche' non siete voi del mondo spersi? Che' col peggiore spirto di Romagna trovai di voi un tal, che per sua opra in anima in Cocito gia` si bagna, e in corpo par vivo ancor di sopra. Inferno: Canto XXXIV

Ma distendi oggimai in qua la mano; aprimi li occhi». E io non gliel’ apersi; e cortesia fu lui esser villano. Ahi Genovesi, uomini diversi d’ogne costume e pien d’ogne magagna, perché non siete voi del mondo spersi? Ché col peggiore spirto di Romagna trovai di voi un tal, che per sua opra in anima in Cocito gi

Farai tutto ciò che vorrai! Aprimi! Stella! Stella! Non venderò il palazzo! Te lo giuro! Non venderò Casalbara! Perdonami! Perdonami! Gioia! Stella! Amore! Perdonami! Apri! Ho freddo qui! Non posso restar qui!... Sto male!... Mi ammalerò! Apri! Eleonora! Sentì lo scricchiolìo del letto.... sentì il fruscio di Nora che si stendeva, si rivoltava fra le coltri. Almeno una parola!... Una parola!

GUGLIELMO. Sian benedetti i cieli che mi vi tolsero dinanzi, ché mi avevano stracco con non so che vignarolo o che argento! Tic toc. ARTEMISIA. Chi batte, olá? GUGLIELMO. O Artemisia, figlia cara, aprimi, che sii tu benedetta! ARTEMISIA. «Figlia cara», dice il furfante: ah, ah, ah! GUGLIELMO. Non conosci il tuo padre Guglielmo? ARTEMISIA. Chi Guglielmo? GUGLIELMO. Chi Guglielmo? tuo padre.

Su, da bello, diletto mio; aprimi il tuo cuore intero, fa' conto di confessarti proprio a tuo padre. Confessati appena i miei falli, vorrei essere tratto subito a morte... Per questo non dubitare dell'ottimo cuore del Vicerè... e anche io ti aiuterò... Solo desidererei non fosse di corda, ma di scure... la morte mia...

Ma distendi oggimai in qua la mano; aprimi li occhi». E io non gliel’ apersi; e cortesia fu lui esser villano. Ahi Genovesi, uomini diversi d’ogne costume e pien d’ogne magagna, perché non siete voi del mondo spersi? Ché col peggiore spirto di Romagna trovai di voi un tal, che per sua opra in anima in Cocito gi

ARTEMISIA. Fosti tu dove è Guglielmo mio padre? GUGLIELMO. Dove è dunque tuo padre? ARTEMISIA. È morto e sotto l'onde sommerso. GUGLIELMO. Quel morto e sommerso son io! ARTEMISIA. Ben, io non tratto con morti e con sommersi. GUGLIELMO. Aprimi, figlia cara! ARTEMISIA. Aprir io? me ne guarderò molto bene: sento tutta incapricciarmi. GUGLIELMO. E di che?

In quel momento si arrestò ascoltando. La stessa sensazione che l'aveva fatta trasalire il giorno prima nella casuccia dei due contadini, si rinnovava. Sentiva le sue viscere commoversi sotto un impulso di persona viva, colla strana rivelazione di un altro essere in se stessa. Sembrava una piccola mano che battesse contro il suo seno, una piccola mano che voleva dire: Aprimi, io sono l'amore e la verit

Ma distendi oggimai in qua la mano; aprimi li occhi>>. E io non gliel'apersi; e cortesia fu lui esser villano. Ahi Genovesi, uomini diversi d'ogne costume e pien d'ogne magagna, perche' non siete voi del mondo spersi? Che' col peggiore spirto di Romagna trovai di voi un tal, che per sua opra in anima in Cocito gia` si bagna, e in corpo par vivo ancor di sopra. Inferno: Canto XXXIV

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