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Ogni giudizio preciso sull'antico sistema di governo in Francia è sempre esposto all'ira dei partiti. A rischio di essere accusati di legittimismo, osiamo affermare, che la Francia nel nostro secolo non ha visto giorni più felici di quelli della Restaurazione. Dopo che la ferocia sanguinaria dei giorni del terrore fu svaporata e la corona si fu accorta, che il grido di guerra degli emigranti vive le roi quand méme! usciva dai più pericolosi nemici della monarchia, la nazione entrò per la prima volta nel pieno godimento di quei benefizi della Rivoluzione, che finora le erano stati amareggiati dalla crudezza del regno del terrore, dalle leggi eccezionali del Direttorio e dell'Impero. La corona si adoperò a mantenersi al disopra dei partiti, a garantire anche agli avversari la libert

Di qui si scorge che fino da allora la cerimonia dell'omaggio aveva luogo con quelle forme che furon conservate anche in seguito; gli ebrei attendevano al suo ritorno il nuovo papa, cantandone le lodi; presentavano al pontefice il libro della Legge; questi lo prendeva, faceva le viste di leggerne qualche parola, poi lo restituiva agli ebrei dicendo: «Confermiamo la Legge, ma condanniamo il popolo ebreo e la sua interpretazione». Quindi procedeva oltre e gli ebrei facevano ritorno alle loro dimore, amareggiati dal dolore o confortati dalla speranza, secondo quello che avevano creduto leggere negli occhi del nuovo papa.

Fu una scena atroce, nella quale l'uno dimostrò un'impudente barbarie, l'altra una pertinacia che sopravviveva per fino alle forze fisiche. Emilia dichiarò mille volte che preferiva rinunziare a tutti i suoi diritti, anzichè vedere gli ultimi momenti della infelice zia amareggiati da quel crudele diverbio.

L'annuncio di quella partenza l'aveva scossa tutta. Perchè partiva? Quella sera si separarono amareggiati, irritati; si strinsero la mano convulsamente. E nelle lunghe ore d'una notte insonne, la Contessa si tormentò con pensieri sconfortanti: «Dunque non l'amava, non l'aveva amata mai dacchè se ne andava così, senza rivederla, come un estraneo. Era venuto dopo di lei.

A partire dalle sette del mattino, giovani violinisti rivali passeggiavano sotto le loro finestre per sentire se Anne-Marie studiava; e che cosa studiava; e come studiava. Ragionavano che, per suonare così, certo doveva studiare tutto il giorno. Non udendola, erano convinti che si esercitava su un violino muto, e se ne andavano delusi e amareggiati. Verso le dieci la sorridente cameriera, Lori, aveva gi