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Sarebbe cosa facile: i tanti che mangiano per cinquanta, contentarsi di mangiare per venticinque. Per persuadersi che i tempi sono cambiati, date un colpo d'occhio all'Austria. Chi non preferisce oggi la condizione d'un onesto contadino a quella ormai ridicola di cotesto imperatore e re?

L'Italia era per ogni dove solcata di lavori nostri; e dopo i fatti del 1848 io mi sentiva convinto che una sconfitta all'Austria in Milano avrebbe dato moto all'insurrezione lombarda dapprima, poco dopo a quella di tutta Italia. E nondimeno, la decisione del movere non fu mia.

Alle campane. Morte all'Austria! Da qualche finestra si ritira la bandiera tricolore; sul tetto del palazzo Bollati viene issato per prudenza il vessillo britannico. Ma prima di sera ogni dubbio era tolto; la capitolazione era firmata; era proclamata la Repubblica.

Anche nella politica estera si manifestò lo stesso cieco zelo di settarismo rivoluzionario. Nella contesa per la costituzione tedesca la Francia naturalmente si schierò allato all'Austria.

Persecuzioni minute e ridicole inferocivano. Si imprigionava senza processo, ma non si osava uccidere nemmeno condannando a morte: nei pochi casi di esecuzione capitale il governo si rivolgeva all'Austria, della quale stipendiava le truppe, e l'Austria fucilava colla ipocrita ragione di una ribellione militare. L'epoca dei grandi inquisitori era passata. Quel governo moribondo, incapace di saper morire, non sapeva nemmeno ammazzare. Ma in fondo è la medesima cosa ed esige le stesse facolt

«Finalmente seppi come in Francia si stesse componendo un esercito che capeggiato da Napoleone doveva scendere in Italia. Si trattava di muover guerra all'Austria che per tanti anni teneva avvinta la patria nelle catene del più duro servaggio. Mi sentii ribollire nelle vene il sangue italiano ed accendermi indomito desiderio di prestare il mio braccio al riscatto dei fratelli. La santit

La mattina del 24 marzo 1848 ebbe luogo a Roma un'imponente dimostrazione popolare che chiedeva armi e la guerra all'Austria.

E allora, intimate guerra all'Austria sul Veneto. L

Questo timore ben più legittimo che non siano i titoli di lei sopra il Veneto, deve essere più forte dei sospetti che la turbano e tentano: sospetti, dico, che l'esempio si faccia contagioso, e che altre parti dell'impero pretendano cosa simile. Le condizioni del Veneto sono in ciò singolari. Nessun'altra nazione soggetta all'Austria si trova divisa in da governi opposti, parte esteri e parte suoi proprii: nessuna provincia ha per più di dieci anni dimostrato e con la parola e col silenzio, e con la rivoluzione e con la guerra, e con le carceri e con gli esilii, la coscienza del proprio diritto, l'aborrimento del giogo straniero, la perseverante e concorde volont

All'Austria non rimanevano in Italia ed è cifra desunta da relazioni officiali che 50 000 uomini , rotti, sconfortati, spossati.