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Non curiamoci delle gioie interruppe la signora Federica. Hai detto che c'è una quarantina di mila lire realizzabili quando si voglia? . Ebbene? Ebbene continuò la signora Federica quarantamila lire sono un discreto capitale. Roberto, che sapeva come in casa sua si fossero spese fino alla morte di suo padre circa trentamila lire all'anno, non potè a meno di sorridere. Ti pare? egli disse.

Senza stolti ed ambiziosi sogni di espansione politica, e di dominî, noi abbiamo certamente diritto di pensare che alla nostra espansione di razza, a questo dilagare per il mondo di centinaia di migliaia di italiani all'anno, corrisponda almeno una espansione della nostra forza morale; che l'italianit

Guadagnava da venti a cinquantamila lire all'anno, ed era sempre il gioviale compagnone, l'artista spensierato, laborioso, entusiasta. In teatro, non rari si incontrano gli individui che, usciti dalle infime classi sociali, nati e vissuti per anni in povero stato, o per mezzi straordinari di voce o per altro talento, finiscono coll'arricchire considerevolmente.

In totale il maggior stabilimento marinaro dei Veneti pesava adunque sulla pubblica finanza per 324,504 ducati all'anno cioè a dire per 1,356,426 lire odierne senza contare le giubilazioni, le spese ordinarie per i trasporti Oltremare, per le esperienze ed altro.

Dall'anno 1439 la Corona imperiale tornò agli Asburgo, e rimase in quella dinastia fino all'anno 1806 senza interruzione, se non di brevissima durata.

In fondo al corridoio, v'è una gran sala, e nel mezzo della sala, un'apertura, che mette in un sotterraneo profondo, dove trecento neri gettano quattro volte all'anno, a palate, le monete d'oro e d'argento che manda il Sultano. Il Sultano sta a vedere. I neri che lavorano nella sala sono chiusi nel palazzo per tutta la vita. Quelli che lavorano nel sotterraneo non ne escono che morti.

Io non era più solo. Ho detto ch'io non intendo scrivere la mia vita, e balzo all'anno 1827.

Vi sono a Buenos Aires sopra a trecento agenzie dette «casas de sport», specie di totalizzatori, dove tutti corrono a giuocare sopra i risultati delle corse che hanno luogo una volta alla settimana all'Ippodromo; e notate che queste «casas de sport» sono colpite da una tassa proibitiva di duecentomila pesos all'anno. Sessantadue milioni puntati dalla sola Buenos Aires in un solo giuoco d'azzardo!

Altri hanno invece per servi degli schiavi loro, che comperati si mantengono con ben poco e si retribuiscono delle loro fatiche con pochi talleri e qualche metro di tela all'anno.