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Aggiornato: 13 giugno 2025
Mi trovavo in piedi accomodando dei fiori in un vaso; il mio piccolo Alessio, seduto sul tappeto cantarellava colla sua vocetta tanto commovente: M'alzo col sole della mattina, mando una prece dal core a Dio. Alessio gli dissi sta zitto un momento; mi sembra di aver udito dei passi. Sar
Ma avevano mai posto mente, le care creature che non vorrei offendere neppure con un sospetto, allo svolgersi della mia piccola anima? Ero buona come loro e tanto bastava a quelle coscienze semplici. Comprendevo adesso che i genitori devono fare di più e questo compito riguardo al mio Alessio mi spronava, dandomi un ardore e una forza che non supponevo di avere.
Gli uomini sono cattivi, signora. Tutti? Tutti un poco e a certe ore. Mi affrettai a togliere dalla testina di Alessio questa affermazione recisa dicendogli che gli uomini sono sempre buoni purchè il vogliano. Io ne ero tanto persuasa! Parlai, giuocai e risi con Alessio durante il resto del giorno. Verso sera caddero quattro goccioline di pioggia che ci impedirono di scendere in giardino.
Percorrevamo il viale a passi così lenti, io e mio cugino che Alessio si divertiva a misurare quattro o cinque volte di corsa le piccole tappe della nostra passeggiata. Che cosa credete che sia diceva mio cugino la più alta missione della donna? Fare il bene?... Egli si accorse della mia esitazione e soggiunse, incoraggiandomi: Sì, può darsi.
Invece don Alessio, il minore, aveva battuta tutt'altra via; egli la sentiva diversamente del fratello, col quale si dissomigliavano anche di persona: era corto, magro assaettato. Non voleva saperne di arbitri; per lui ciò era un voler comprare impicci a contanti, senza alcuna utilit
Mi allontanai di qualche passo mostrando di voler raggiungere Alessio alla corsa, ma Egli mi richiamò. Parliamo dunque sul serio poichè lo volete. Non potete immaginarvi il bene che potrebbero fare le donne riconducendo la fede nel cuore degli scettici. Improvvisamente, come mi succedeva tanto spesso con Lui, passai dalla gioia all'apprensione: Ah! esclamai deve essere ben difficile.
ALESSIO. M'uccidi tardando tanto a dirmi che vogli. PANURGO. Essandro vi prega, straprega e scongiura che l'accommodiate per un giorno d'una veste da dottore. ALESSIO. A che vuole egli servirsene? PANURGO. Lo saprete poi: non lo dico adesso per non dar fastidio a questi che stan qui, che l'hanno inteso un'altra volta.
L'Orsola aveva pur dovuto convenire che quest'unico mio parente rappresentava bene la famiglia e Pietro approvando si era accontentato di soggiungere: Per quello che si può giudicare. Eravamo dunque tutti felici io e il mio piccolo mondo. Una domenica uscendo di chiesa con Orsola e con Alessio scorsi da lungi mio cugino che ci veniva incontro sorridendo. Che miracolo! feci io.
GERASTO. O che tu mi fai rodere di rabbia! La cosa non è come pensate..., non la pigliate a verso! Io non posso cavar costrutto di quel che dici. GERASTO. Che rispondi? PANURGO. Dico che quando questa mattina.... GERASTO. Non ti domando di questo, io. TOFANO. Gentiluomo, Alessio mio padrone vi manda le vesti che questa mattina gli chiedeste con tanta istanza;...
E poichè ella tardava a rispondere: Vorreste darmi ad intendere che ella potesse pensare a denunziarvi, a intralciare i piani delle vostre congiure? Non voglio darvi nulla a intendere. Per quella donna Alessio Petrovich si perdeva. In che modo?
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