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Aggiornato: 9 giugno 2025
Volano dalle prime alle ultime squadre gli operosi aiutanti, scorrono di fila in fila gli ordini severi: il suono delle trombe o de' tamburi impongono i movimenti, or avanzano gli audaci picchetti, or si stendono, or si dividono, or si riuniscono le schiere.
Dopo un miglio m'avvenni nel generale Cosenz accompagnato da due aiutanti, il quale sperava per mezzodì nell'arrivo d'un suo battaglione colle lingue fuori. Dopo tre miglia, incontrai Garibaldi, sui colli di sinistra alla testa di un migliaio e mezzo di calabresi condotti dal maggiore Mileti. Rendutogli atto dell'avvenuto, lo interrogai se dovevo recare la risposta a Ghio.
Il capitano, avvezzo alle etichette militari, alla pompa delle decorazioni, degli spallini e dei pennacchi, parve sorpreso della giacitura del generale, dell'abito modesto, del cappellino più modesto, del mezzo sigaro d'un soldo e della squallida comparsa dei suoi aiutanti.
Aiutanti comandanti: LECHI Angelo CAVEDONI Bartolomeo MONTEBRUNO Andrea MAZZUCCHELLI Giovanni RIVAIRA Luigi CASELLA Giovanni Battista. Marina Reale. Commissario generale: MAILLOT Stefano. Capitani di vascello: PASQUALIGO Nicola MILIUS Pier Bernardo.
Noi si godeva il torneo dal nostro luogo eminente, donde Garibaldi impartiva ordini e affrettava aiutanti. I nostri, ricacciati, ripararonsi dietro gli alberi, e i regi rinforzarono i riguadagnati luoghi; la scaramuccia di prima, diventata più seria, stava per volgersi in battaglia.
Il piú ardente poi di questi secolari aiutanti alla riforma fu Erlembaldo di Milano; il quale dicesi vi fosse acceso per una offesa fatta all'onor di sua donna da uno degli ecclesiastici corrotti.
Non si può, non si può! mi cantarono, impedendo il passo alcuni aiutanti di campo; il generale è in colloquio con Briganti. Briganti o non Briganti, bisogna che gli parli senza ritardo. Dibattuto il sì e il no calorosamente fra le due parti, alfine Basso mi annunciò. Entrai. Una parola, generale. Briganti si ritrasse in disparte a guardare alcune vecchie carte geografiche appiccicate alle pareti.
I miei aiutanti ed io, a piedi, poichè i nostri cavalli eran rimasti con ordine di mandarli dopo di noi a S. Angelo; dunque, difficile mandar ordini; tutti i corpi impegnati contro forze superiori del nemico; e nessuna riserva alla mano. Qui ci valse il disordine inseparabile dei corpi volontari.
Nelle ore pomeridiane i tentativi di riprendere le posizioni perdute, furono dai garibaldini rinnovati con grande energia ed insuperabile eroismo; nonostante le perdite gravissime, i Legionari, i bersaglieri del Pietromellara e quelli del Manara si slanciarono ad un nuovo attacco anche contro il Casino dei Quattro Venti: i due aiutanti di Garibaldi, Goffredo Mameli e Augusto Vecchi erano alla testa dell'ardita falange, il primo, Goffredo Mameli, caro sopra tutti a Garibaldi, ne riportò una ferita mortale.
Improvvisamente da alcune vie coperte, sino ad allora ignorate, spunta un nugolo di nemici e la carrozza è circondata. Ferito il cavallo, ucciso il cocchiere, la carrozza forata dalle palle, Garibaldi e i suoi aiutanti scendono e si mettono in difesa. La meraviglia nei nemici per cotesto atto audace fu tanta che fu dato tempo a Simonetta ed a Mosto di accorrere coi cacciatori.
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