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Aggiornato: 1 giugno 2025


Colonnello, accompagnatemi voi. Ho tanto da fare, signora mia. Ho venti casse da vuotare, portate dal Congo. Venti casse!! Chi sa quanta bella roba! Me la mostrerete, poi? Volontieri. Avete portato anche un moretto? No. A quello non ci ho pensato. Che peccato! Adoro i moretti. Se l'avessi saputo. È facile averne, laggiù? Altro! Ne fanno delle fiere. È la fanciullezza abbandonata dell'Africa.

Il pittore non batteva palpebra: gettava linee: intrideva colori. Volle, a un certo istante, inginocchiarsele innanzi. È la prima volta ch'io vedo, e che adoro la vera bellezza umana.... Comprendo ora meglio gli antichi e i loro capolavori.... La bellezza armonica, perfetta, dovea essere, in un tempo, men rara!

Io so amarti anche da lontano. Senza soffrire della lontananza? Senza soffrire. Avendo un'altra amante, allora? arrivavo a dire, io, esasperata. Non commettere sacrilegio, cara. Io non adoro che te. Così, a traverso le sfere, come le stelle? Così replicava lui, con tanta nobilt

Il Dio che io adoro, il mio Dio, è una mia creazione e costruzione; e io lo adoro. Egli è mio, e quindi talmente mio che non può esser di altri, perchè è specchio e fattura e personificazione della mia coscienza; e tuttavia mi unisco ad altri nell'adorarlo.

E ti basti, aveva ella risposto, pensando che il cuore trabalza, venendo ad incontrarli sul labbro. Piacerebbe a te di narrarmi il tuo passato? io, bada, chiederò mai di conoscerlo. Che colpa avresti ai miei occhi, se dal giorno che m'hai conosciuta il tuo cuore è stato mio, intieramente mio? Quanto a me, conte Fiesco, ho un passato, e tu lo conosci: ebbi un fiero padrone, che ho rispettato; n'ho uno assai cortese, che adoro. Tra l'uno e l'altro è il dolore d'una patria morta, a cui non gioveranno i miei pianti, ma a cui dobbiamo usare entrambi la piet

rispondeva lui, semplicemente, senza reticenze. Quanto? Molto. Io ti adoro ella concludeva, arrossendo. Alla sera, ella lo ricondusse alla stazione, attaccata al suo braccio, innamoratissima di lui, mentre lui non sapeva staccare lo sguardo da quei cari occhi: si baciarono nella penombra della stazione, senza pensare a chi li guardava.

Dica questo suicidio! esclamò il Mattei, traendosi indietro, con le palme alla fronte. Ah, il cuore me lo diceva, pur troppo! gridò la marchesa, impallidendo. Come tutto ha concorso ad ingannarlo! Ed anche io, conoscendoti male, mi ero tanto ingannata! Aloise, dimmi che mi hai perdonato! Vi adoro; rispose il giovine, con un filo di voce, in cui si raccoglieva tutta l'anima sua.

Ne rimasi inorridito; io che adoro le vetture, la ferrovia, le tramvie, tutto che è mezzo di trasporto! Il mio sguardo scese subito alle scarpe del buon uomo, due scarpe punto eleganti, dal tomaio piatto, basso, enorme, dalla punta quadrata, dalle suola doppie tre dita. Vere scarpe nordiche. Egli posava su quel piedestallo e sorrideva, contentissimo.

Sposo Aldo Della Rocca, ch'io adoro». Così fu compiuta la missione di Mr Kingsley, al quale quella lettera non fu mai mandata. Tanto, non era scritta per lui. Vieni, amor mio, vieni: è levato il sole, E la fiorita via ride e ci attende. Quanta luce nel cielo! e quanto azzurro Negli occhi nostri fluttua e risplende. Oh vieni, andrem di nuova sorte in traccia. Tu del tuo genio, ed io di te sarò.

I partigiani dei propositi più arditi, costituendo i tre quarti del Consiglio, votarono per Bagnara. Plutino, vuotato il sacco delle obbiezioni, concluse volgendosi a noi: Quando vi ascolto e vi guardo, bravi giovinotti, io vi adoro, ma siete matti. Nondimeno starò con voi sino alla fine.

Parola Del Giorno

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