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"Così." Allora la scimmia, svelta e leggiera, presa una grossa pietra la sovrappone all'orlo del buco, e grida: "Ora che ci sei, stacci; e a rivederci a quaresima."

La serpe si oppone, allegando la indagine del fatto essere estranea all'ufficio della Cassazione; ma la scimmia insiste con queste parole: "Distinguo: nella specie la quistione di fatto è assorbente quella del diritto, per questo perchè il fatto è pedissequo del diritto, e il diritto è pedissequo del fatto; e intanto nel concreto caso bisogna conoscere il fatto inquantochè altrimenti non si potrebbe applicare il diritto; o, in altri termini, il diritto sta dirimpetto al fatto come il fatto sta dirimpetto al diritto.

Abbiamo anche noi salutato Polentina e regalato un pomo ad una scimmia che ci avea stesa la mano e i ragazzi si divertivano in mezzo a quella confusione, tanto che non avrebbero voluto più ritornare a casa; c'erano anche i Guerini coll'istitutrice, e Mario voleva restare finchè restavano loro; non so veramente per qual ragione, perchè essi non si voltavano mai dalla nostra parte; ma forse per studiare il naso dell'istitutrice inglese.

E si rimettono in via; andarono gran tratto, quando parve loro vedere, e videro certo, qualche cosa che si agitava sopra un albero. Guardano una volta,.... due,... era una scimmia, che scendeva e saliva con la irrequietezza propria a questi animali, scegliendo i frutti maturi, e facendoli sparire in bocca, come il giuocoliere costuma con le sue pallottole. "O scimmia!" E quella..... dura.

Mario Clelia! Clelia Mario Clelia Mi lasci proprio adesso? Mario Clelia Lasciami vedere.... Mario È una testina: pare il ritratto d’una scimmia. Ma ho appuntamento con la cima degli imbroglioni: un mezzano d’arte apocrifa. E, perbacco, oggi stesso quello mi far

Le donne facevan musica, cinguettando, si prendevan Bruno come una piccola scimmia innocua e se lo mettevan sulle ginocchia; o lo lasciavan dormire in un cantuccio del divano, o lo portavano in braccio, o se lo facevano arrampicare sul collo o si sdraiavano a terra con lui a giuocare coi soldatini.

Donna di buon gusto, e di fino accorgimento, quella marchesa Bianca! Senza muoversi, e sopratutto senza commuoversi, ella sfiorava l'etnografia, facendo un albo di adoratori di tutte le razze. Chi sa che a furia di studiare, di raffrontar tipi diversi, ella non giunga alla scimmia!

La scimmia, poichè ebbe porto ascolto a ogni cosa, meditò alquanto, e poi colse un fico, e poi un altro, e un altro ancora, sicchè la serpe corrucciata la riprese: "Oh insomma, che cosa armeggi? Decidi o non decidi?"

Ce n'è una che mi piace tanto; si mette il cappellino davanti allo specchio, come si potrebbe far noi, si guarda con compiacenza, poi quando un'altra scimmia vestita da cameriera, le dice che la carrozza è pronta, sale in carrozza, una carrozzella colle ruote dorate, e tirata da due cani bardati con molta eleganza, si sdraia, sui cuscini con grande sussiego, tenendo colla mano l'occhialino, e di tanto in tanto facendosi vento con un gran ventaglio.

"O dove si trova egli questo benedetto buco?" "Eccolo." "E come ti riusciva a ripiegartici dentro? Vediamo un po', via." "Adesso i' non ci capisco." "Provati, carina." "Mi sforzerò..." E la serpe assottigliandosi poco per volta, comecchè a stento, vi si ficca dentro, e sopra a lei la scimmia getta allora copia di fieno, interrogando con modi ingenui: "E così ti ricoperse schermendoti dal freddo?"