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Nicotera per avere indicato l'articolo del Codice penale che i magistrati avrebbero potuto applicare pei fatti del maggio 1891, augurò, egli, Presidente del Consiglio, che la Suprema Corte di Cassazione respingesse i ricorsi, esercitando con ciò la più aperta pressione sull'animo dei magistrati, che docilmente respinsero.

Mi raccontava che era del tempo sciupato. L'Irlanda aveva altro da fare che occuparsi dei calzoni di O'Brien! A mano a mano che si avvicinavano alla decisione della Cassazione, i colloqui si succedevano ai colloqui in un modo straordinario. Erano parenti, amici, compagni di lavoro che andavano al Cellulare come in processione. Pei condannati, era uno strazio.

AVV. SARFATTI. , è proprio così. Questo è il dolo, cioè questa è l'intenzione. Perchè quando voi parlate di fine e leggete le sentenze di Cassazione che parlano di fine, alle quali sentenze aderiamo, voi cadete nell'equivoco, del resto comune, di confondere l'intenzione col fine, mentre il fine è uno degli elementi dell'intenzione ma non è l'intenzione.

Ma si insisteva e lui beveva, versandoselo in gola come una medicina che gli faceva stralunare gli occhi. Il discorso eterno era la Cassazione che li teneva sugli aghi. Ma facciano presto! Mandateci in galera, dicevano, ma fate presto in nome di Dio! Nessuno si lasciava cullare dalla speranza che magistrati dell'alto tribunale avrebbero accolto il ricorso.

Di più: quando la Cassazione intervenne e dichiarò la propria competenza e non poteva essere competente e non doveva intervenire se i Tribunali di guerra fossero stati legali e costituzionali lo fece in modo scorretto e sconveniente e misconoscendo la missione commessale dalla legge. Questa, infatti, è tassativa nello stabilire che essa debba esaminare le quistioni di diritto e non le quistioni di fatto; essa ci sta per separarle e nella separazione sta la sua ragione di essere. Or bene la Cassazione precisamente in questa occasione, in cui poteva affermarsi nella sua più grande maest

Gli abiti dei sette amici, che aspettavano il monosillabo della Cassazione per uscire o per indossare la casacca galeottesca, si erano consumati e malconciati.

Il Prof. Impallomeni chiudeva il suo ricorso in Cassazione dell'on. De Felice Giuffrida e Compagni con questa perorazione, che giova riprodurre integralmente: «Eccellenze, nel disgregamento morale e fra le passioni che travagliano le societ

Alla Cassazione incombeva, però, un obbligo superiore: quello di annullare puramente e semplicemente le sentenze dei Tribunali militari distruggendone la usurpata giurisdizione e stabilendone la illegalit

¹ Agostino Ademollo. Il giudizio criminale in Toscana. «Dalla sentenza non si dava appello, cassazione. Soltanto si accordava al condannato la facolt

E così la Camera dette l'ultimo passo sulla via dell'approvazione degli arbitri sterminati, e accettando i comodi ed onesti scrupoli dell'on. Palberti, lasciò che governo e Cassazione vedessero loro in quanto alle competenze dei Tribunali militari; e l'una e l'altra provvidero... nel modo conosciuto.