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Il Curato, atterrito da quel turbine di eresie, volse attorno gli occhi con riguardo, e poi sotto voce osservò: Eccellenza, per lo amore di Dio voglia rammentarsi che qui in Roma vi è una qualche cosa, come sarebbe il Santo Uffizio, e il castello Sant'Angiolo.

E quei fatti durano tuttavia; durano dopo due mesi dal vostro trionfo. E le prigioni sono piene zeppe di uomini, i più, rei non d'altro che d'avere obbedito a chi reggeva, segnati dal dito d'alcune spie alle vendette sacerdotali. Oltre a cinquanta preti stanno in Castel Sant'Angiolo, colpevoli d'avere prestato i loro servigi alle ambulanze repubblicane.

Le ingiurie e i cattivi trattamenti, a cui in queste circostanze gli ebrei venivano sottoposti crebbero tanto col tempo, che Innocenzo VIII, nel 1484, cedendo alle loro vive preghiere, consentì che si presentassero a lui nel cortile di Castel Sant'Angelo. Il maestro delle cerimonie, Burcardo, così descrive la cerimonia: «Allorchè il papa fu giunto, dinanzi a Castel Sant'Angiolo si arrestò, e gli ebrei che si erano fermati presso le fortificazioni inferiori, comparvero col libro della Legge, che porsero al Santo Padre, rivolgendogli delle frasi in ebraico che ad un dipresso significavano questo: Noi, uomini ebrei, in nome della nostra Sinagoga, preghiamo Vostra Santit

Astorre con un suo fratello bastardo ed una giovane donna erano menati prigioni in castello Sant'Angiolo, quivi stettero un anno in capo al quale i cadaveri di questi miseri furono trovati nel Tevere; quello di Astorre aveva una corda intorno al collo, gli altri due stretti insieme e con le mani legate dietro il dorso. Il Guicciardino scrive essere corsa fama, come qualcuno sfogasse la immane libidine nel corpo di Astorre, il quale qualcuno nella vita del Valentino, che un pubblicata col nome di Tommaso Tommasi sappiamo essere opera di Gregorio Leti, diventa colui, che sconvolgeva tutte le leggi di natura e di Dio, con le quali parole d

Omar, espugnata Alessandria, durante tre mesi scaldò i bagni pubblici con quattrocento mila volumi della biblioteca raccolta da Tolomeo Filadelfo e dai suoi successori. Sisto V fece mettere in castello Sant'Angiolo cinque milioni di oro, che servirono poi a Clemente VIII allo acquisto di Ferrara a danno del duca don Cesare di Este. GREGORIO LETI, Vita di Sisto V.

Dalla via di San Paolino sboccano sopra la piazza del Castello Sant'Angiolo, altramente detto Mole Adriana. I riti funebri dei pagani furono aboliti da Cristo, e non pertanto i suoi sacerdoti continuano a svenare sopra cotesto sepolcro vittime di schiavi, che intendono riscattarsi dalla servitù. Un giorno la vittima sagrificher