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LIDIA. Io non vi niego, fratel mio caro, che non abbia amato costui di tutto cuore, perché mille volte dalla vostra bocca ho inteso raccontare il valor, la virtú, i costumi e le sue gentili maniere; e io, ponendo effetto a' suoi trattamenti quando egli con voi trattava, conobbi ch'era assai piú di quello che voi dicevate.

E s'avviava per andarsene, quando si ricordò di quell'altro motivo che l'aveva condotto dall'amico, quello cioè di narrargli le impressioni del suo padrone di casa alla vista del ritratto di madama Orsacchio, partecipargli i suoi sospetti e consultarlo sul da farsi in benefizio di quell'infelice ch'egli non dubitava fosse vittima dei peggiori trattamenti del crudele marito.

Ed alla giovane, avvezza ai mali trattamenti d'Agapito, priva da tanto tempo di ogni mostra non che d'affezione, ma del menomo interesse, il piglio buono, famigliare e schietto del vecchio era una squisita e cara amorevolezza. Uscirono dalla stazione il vecchio prima e la ragazza dietrogli.

Un'iscrizione sulla porta di quella prigione ci ammonisce che la clemenza fu uno dei motivi che indussero Papa Innocenzo a far costruire le Carceri Nove. L'infelice che vi si trova detenuto può farsi un'idea esatta della clemenza dei papi. I carcerati, e specialmente i politici, vi sono esposti a durissimi trattamenti.

Sui volti delle altre due, si fecero in breve profondi i segni dell'animo afflitto; ma temendo di procacciare a Bianca maggiori mali, tacevano; ed essa per certo raggio degli occhi nuovo e soave, mostrava di crescere in forza a sopportare quei trattamenti, e si consolava pensando che per amor di Giuliano avrebbe patito anche più, se più fosse bisognato.

Soffriva, era mortalmente inferma. A distanza di pochi mesi perdette il padre e il marito; restò sola al mondo. Il signor conte morì anche in un modo spaventevole, schiacciato sotto un treno. Ma il principe poi la maltrattò? , offese le sue credenze, l'abbandonò; ma ciò non è una ragione per sospettare questa cosa orribile. Rammentate quando, come, perchè cominciarono i mali trattamenti?

Le ingiurie e i cattivi trattamenti, a cui in queste circostanze gli ebrei venivano sottoposti crebbero tanto col tempo, che Innocenzo VIII, nel 1484, cedendo alle loro vive preghiere, consentì che si presentassero a lui nel cortile di Castel Sant'Angelo. Il maestro delle cerimonie, Burcardo, così descrive la cerimonia: «Allorchè il papa fu giunto, dinanzi a Castel Sant'Angiolo si arrestò, e gli ebrei che si erano fermati presso le fortificazioni inferiori, comparvero col libro della Legge, che porsero al Santo Padre, rivolgendogli delle frasi in ebraico che ad un dipresso significavano questo: Noi, uomini ebrei, in nome della nostra Sinagoga, preghiamo Vostra Santit

Laonde, rientrata nella Reggia, emanò ordini severi che nelle seguenti visite, offerte simili non si ripetessero, pena la sua indignazione. Vera o no che fosse la collera, bisognava prenderla nella sua espressione e non pensare a nuovi trattamenti per lo appresso. Eppure la prima a dimenticarsene fu l’augusta incollerita.

Le anime avvezze fin dai primi anni alle freddezze, ai mali trattamenti, alla mancanza d'ogni affetto, alle aperte ingiustizie degli uomini e della sorte, si raccolgono in medesime, imparano a non chieder nulla al di fuori, e acquistano a lungo andare una padronanza di , che sfida ogni traversia, rende men gravi i patimenti, innalza all'eroismo, fa parer bello all'occorrenza il martirio.

Parlarono di lui. La vecchia s'inteneriva a certi particolari: Tonina era stata raccolta dal professore quasi moribonda, dopo essere fuggita da casa propria per i cattivi trattamenti, poi da quella del primo padrone, che sapendola malata voleva mandarla all'ospedale. Siccome ella la conosceva, ne aveva parlato al professore: Tonina non si era rimessa che dopo sei mesi, aveva un cuore d'oro.