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Se la mia memoria non m'inganna, costui si chiamava Tito Pomponio Attico, ed era amico di Cicerone. E perchè dunque, interrogò Lucrezia, sentiamo dentro noi così veemente lo istinto della vita? Questo, a parere mio, fu provvidenza della natura; imperciocchè diversamente la creatura umana tanto proverebbe bisogno di disfarsi, che il fine della creazione andrebbe fallito.

Il Prelato questo intendendo stette per ritirarsi inavvertito com'era venuto, ma gli parve malagevole farlo; e poi don Giacomo non gliene dette campo; però che alzata la testa lo vedesse, e gli gridasse: Ben venuto, Guido nostro... Qui si fa accademia: avvertite, di grazia, che in Roma non vanno a finire bene siffatte accademie letterarie; e Pomponio Leto informi .

...praebeat, Ottaviano Augusto, Valentiniano, Valente, Graziano sotto il titolo: de iis qui latrones..... Salta il lardello, biondina. Ulpiano tiene responsale di furto chi persuade il servo a fuggire e cita la conforme opinione di Pomponio Labeone che scrive: non minus delinquunt... Salta! Non capisco se questo Pomponio è una persona sola con Labeone o so siano due giureconsulti.

Pare impossibile! aggiungeva poi tornato nella sua camera; e costoro si vantano di sottile ingegno! Qual volpe mai non pose industria maggiore a fuggire la tagliola, di questo bandito? Ora aspettami, Olimpio; tu puoi aspettarmi un pezzo; perchè se non viene voglia all'Angiolo di aprirti nel giorno del giudizio, io non verrò di certo. Tu imiterai nella morte lo epicureo romano Pomponio Attico, lo elegante amico di Cicerone. Pare che nel morire di fame si nasconda una certa volutt

Addio, Pomponio Labeone gridò Flora all'orlo dell'acqua, mentre cercava di allacciare colle mani dietro la nuca quel suo mazzo di bisce infocate dal sole. La signora Matilde dall'alto del muro faceva addio colla mano indulgente, ancor commossa delle parole che il giovane aveva saputo trovare in fondo al suo cuore.

Anchise fu della schiatta de' re di Troia, figliuolo di Capis, figliuolo di Assaraco, figliuolo di Troio, e fu padre d'Enea, come qui si dice, «che venne da Troia». Troia è una provincia nella minore Asia, vicina d'Ellesponto, alla quale è di ver' ponente il mare Egeo, dal mezzodí Meonia, da levante Frigia maggiore, da tramontana Bitinia, cosí dinominata da Troio, re di quella. «Poi che il superbo Ilión fu combusto». Ilione fu una cittá di Troia, cosí nominata da Ilio, re di Troia, e fu la cittá reale, e quella, secondo che Pomponio Mela scrive nel primo della sua Cosmografia, che fu da' greci assediata, e ultimamente presa e arsa e disfatta.

«Avviene allora...» senti anche tu, mamma, come scrive bene il nostro Ezio, quando fa il Pomponio Labeone: «avviene allora una degenerazione fatale dovuta a quella verit

Il silenzio che seguì per circa un minuto fu così religioso e profondo che la voce di Regina uscì come un mesto suffragio, come la preghiera del sacrificio. Vedi, Flora, come mi hanno conciato? fu il primo a dire il poverino, che si sforzava di mantenere nello spirito e nella voce la pacatezza dell'antico elegante: Addio, maschere, Flora! nemmeno Pomponio Labeone l'avrebbe prevista.

«Pomponio Labeone non sa trovare le belle frasi; ma non può andarsene senz'invocare anche da lontano la benedizione di Flora, che dev'essere come il fascio di luce che lo accompagni attraverso a questo deserto di tenebre.

Ma Flora diceva sempre: Non aver paura, mamma; so fin dove posso andare. Tira avanti che è bello, Flora comandò Ezio. «Ulpiano afferma...» ma li conosci tu questi bravi signori? Ulpiano credo di averlo sentito nominare. In quanto a Pomponio Labeone, dacchè l'ho dato alla balia, non ho mai avuto notizie de' fatti suoi.