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Diremo soltanto che dopo di aver vissuto più e meglio di molti altri, dopo di aver speso la sostanza di una mezza dozzina di ambasciatori plenipotenziari, dopo di esser riuscito a far parlare di , dopo d'aver sontuosamente viaggiato, dopo di aver avuto i più bei cavalli, i più ricchi appartamenti di Parigi, dopo di aver dato alle donne meno brutte i più preziosi gioielli, lo troviamo, al momento in cui ebbe con Tibaldo il colloquio memorabile trascritto nel capitolo precedente, privo di molte illusioni prima di averle provate, un po' stanco della vita che conduceva e volendo, ma non sapendo risolversi a cambiarla.

Le tradizioni del governo piemontese son regie. La monarchia è vincolata, da vecchî e nuovi trattati, alle altre monarchie, e alle norme generali d'ordine e assetto territoriale europeo, prestabilite da lungo. Può il governo piemontese rompere a un tratto, non provocato, non costretto dalla prepotenza di fatti, spettanti ad un ordine nuovo, quei vincoli e quei trattati? Tutta la politica degli uomini del gabinetto sardo poggia sulla speranza di conquistarsi la simpatia e, occorrendo, l'appoggio dei gabinetti inglese e francese; può il gabinetto sardo provocarsi contro l'ira dei due alleati, i quali, col linguaggio officiale e segreto, gl'intimano una politica di resistenza, e non altro? Ogni idea di mutamenti territoriali fu solennemente, unanimemente respinta, nelle Conferenze di Parigi: il diritto italiano vivente, fremente nei Lombardo-Veneti, non ottenne dai plenipotenziarî sardi neanche una sommessa, indiretta allusione: riconoscendo la legalit

Il signor Folengo aveva una fisonomia senza significato, per natura e per arte; poichè s'era lasciato crescere i favoriti, lunghi e bianchi, che lo facevan rassomigliare a centinaia d'altri, servitori o ministri, cocchieri del vecchio stampo o ambasciatori e plenipotenziarî: sulla sua fronte, non troppo alta, ma levigata come di marmo, nessun pensiero aveva fatta presa; la computisteria gli era stata leggiera; egli ignorava perfettamente l'esistenza di Dante e di Raffaello.

Come Cavour diceva, trent'anni dopo ai plenipotenziarî raccolti in Parigi: o riforme o rivoluzioni, la nuova monarchia di Francia diceva ai re titubanti: o accettazione dei Borboni secondogeniti o guerra di rivoluzione. I re accettarono e Luigi Filippo tradì.