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Immerso nella composizione dei suoi sermoni della Quaresima per il canonico Pappasugna, e' poteva a suo comodo considerare la religione dal punto di vista sociale e farne istrumento di civilt

Era una serva con una lettera del canonico Pappasugna, che lo pregava di passare da casa sua, prima delle undici, essendogli stato raccomandato dal padre Piombino. Bambina non era ancora alzata. Don Diego si vestì ed uscì senza vederla. Bambina aspettò il barone di Sanza fino a mezzodì.

Il conte di Craco è stato il mio protettore, ha comperato la mia casa ed il mio giardino. Il barone di Sanza è un aspirante alla diplomazia. Il marchese di Tregle fu medico della regina Urraca. Io ho conosciuto, per domandar loro soccorso e lavoro, Don Lelio Franco, Don Domenico Taffa, il canonico Pappasugna. Sono anch'essi nemici del governo, questi signori? E gli altri?

Don Diego gualcì e gettò la lettera e non rispose a questo meglio che all'appello precedente. La mattina seguente, alle sette del mattino, e' chiudeva la porta per uscire, quando il canico Pappasugna l'abbordò. Don Diego non l'invitò ad entrare. Questo disdegno, lungi dallo sconcertare, esaltò il canonico.

Si lasciarono. La polizia romana, che sorvegliava tutti i passi di Don Diego, riferiva al ministro di S. M. siciliana i sentimenti sovversivi ed i gusti poco ortodossi del neo-vescovo. Il ministro fece significargli ch'egli avesse a partir di Roma il più presto possibile, poichè la diocesi reclamava la sua presenza. Se Don Diego non avesse contratto dei debiti col canonico Pappasugna, se avesse avuto un po' di fortuna per vivere indipendente, se a Roma stato vi fosse un posto per lui, egli avrebbe certo chiamato Bambina e Concettella appo di e non sarebbe più tornato a Napoli. Ma i suoi impegni, la sua povert

Egli ebbe uno stringimento di cuore. La sua pelle divenne madida in un istante. È forse di lei! si disse egli, accendendo il lume. Non era Bambina, ma il canonico Pappasugna che lo chiamava con altissima premura. Non vi andò. La sera seguente, un'altra lettera. Novella speranza. Nuovo disinganno. Era ancora il canonico che lo sollecitava a passare da lui, per un affare importante.

Don Diego rientrò in casa assai inquieto. L'orizzonte di rosa che cominciava a contemplare, offuscavasi di un tratto. Gli spettri dell'avvenire ricominciavano la loro danza macabra. Pensò distrarsi nel lavoro, questa forza divina che tutto santifica. Prevenne il canonico Pappasugna del pericolo che lo minacciava, assicurandolo che la sua opera non sarebbe interrotta, per quanto ciò fosse possibile. Prese delle precauzioni: si mostrò poco; lasciò uscire Concettella il men che poteva. Avrebbe voluto nascondere la sua ansiet

Laonde, quando ebbe messo un po' di ordine nel suo interiore, quando ebbe cominciato il gran lavoro che il canonico Pappasugna gli aveva comandato, quando e' si potè credere assicurato contro le violenze della polizia, egli intraprese delle investigazioni sulla fuga di Bambina, neglette, fin da lui, a detrimento della sua considerazione.

Egli aveva ricominciato il suo lavoro pel canonico Pappasugna all'Ospedale, e lo conduceva innanzi alacremente. La prova della muda e dell'aculeo l'aveva purificato. I disegni infami che aveva formati sulla sua sorella, in un momento di eccitamento cerebrale, gli rodevano il cuore, annegato nel rimorso. Non carezzava dunque che una speranza, ritrovarla, rassicurarla, restituirla alla sua casa.