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E dentro queste torricelle, bene isolati dalla comune dei mortali, vissero e vivono i filologi ortodossi, favellando un lor gergo speciale, ragionando con una specialissima logica, adottando usi e costumi peculiari, strani, ben differenti da quelli della misera gente profana. E non hanno avuto ancora il loro Figuier.

Del resto questa sètta dei Calvinisti ortodossi, che ha quasi tutti i suoi proseliti nell'aristocrazia e fra i contadini, non esercita grande influenza sul paese, come lo prova il fatto che nel Parlamento è inferiore di numero alla parte cattolica, e non può far nulla senz'essa.

Monsignor reverendissimo, dimandò Don Diego, codesta confessione è dessa indispensabile? Dubiteresti tu dunque dell'efficacia di un sacramento? sclamò il vescovo. Il sacramento può esser buono, monsignore, ma le disposizioni del penitente e del confessore non altrettanto. Il padre Sanchez l'ha detto. I gesuiti, figliuolo mio, facci attenzione, non sono sempre finamente ortodossi.

Non conobbi Calvinisti ortodossi, e mi spiace. Non avevo mai prestato fede a quello che si racconta del loro stravagante rigorismo; che vi sian signore, per dirne una, che nascondano con grandi tappeti le gambe dei tavolini, per la ragione che possono richiamare il pensiero dei visitatori a quelle della padrona di casa. Ma è fuor di dubbio che vivono austerissimamente.

Tutto questo era innegabile dinanzi allo spettacolo di Fasci sorti e presieduti da liberali ortodossi, come quello di Militello, o dei contro-fasci, come quello di Monreale.

E a convincere meglio i nostri lettori aggiungeremo che l’interpretazione data a questo precetto dai nostri Dottori più ortodossi concorda perfettamente colla nostra opinione. Il sapientissimo Maimonide nel trattato avod

¹⁰³ Fedeli al compito che ci siamo prefissi, di dare cioè quelle maggiori nozioni storiche che hanno una qualche relazione coi diversi argomenti che andiamo trattando, e tanto maggiormente poi quando tali fatti abbisognano di essere dilucidati; crediamo utile raccontare brevemente questo avvenimento, facendolo seguire dagli opportuni schiarimenti che ci vengono somministrati da commentatori tanto ortodossi quanto eruditi. Ecco il fatto. Dopochè Mosè ebbe vinto Sihhon re dell’Emoreo, e Og re del Bassan, il campo degli ebrei venne trasportato nelle pianure di Moab. Non era affatto nella intenzione di Mosè di aggredire Moab sia perchè gli era stato ciò espressamente proibito da Dio per la parentela del loro patriarca Loth con Abramo, e sia perchè il suo territorio non s’estendeva in tale direzione da impedirgli la sua marcia verso il Giordano. Ma per un sentimento d’invidia e di odio tanto più biasimevole perchè niun motivo serviva a giustificarlo, Moab desiderava l’eccidio del popolo ebreo. A questo intento e d’accordo colla tribù Madianita spedì un’ambasceria a Balaamo, ritenendo di una sicura validit

Si lasciarono. La polizia romana, che sorvegliava tutti i passi di Don Diego, riferiva al ministro di S. M. siciliana i sentimenti sovversivi ed i gusti poco ortodossi del neo-vescovo. Il ministro fece significargli ch'egli avesse a partir di Roma il più presto possibile, poichè la diocesi reclamava la sua presenza. Se Don Diego non avesse contratto dei debiti col canonico Pappasugna, se avesse avuto un po' di fortuna per vivere indipendente, se a Roma stato vi fosse un posto per lui, egli avrebbe certo chiamato Bambina e Concettella appo di e non sarebbe più tornato a Napoli. Ma i suoi impegni, la sua povert