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Tutti i giornali avevano riportato l'aneddoto sinistro di questo Otello russo, e non si sa come, un di quei giornali era caduto nelle mani di Maud, la quale non leggeva mai giornali.

Perchè pensare a queste fanciullaggini? chiese la contessa, guardando in aria. Perchè sono geloso, Matilde, geloso di chiunque vi parla, geloso perfino della vostra ombra. Non ve ne siete anche avveduta? Rifaremo dunque la vecchia storia di Otello? ripigliò la contessa, cercando di sciogliere la mano dalle strette di Lorenzo. Oh Matilde! Voi non volete capirmi! esclamò il povero innamorato.

Non v'è che lo coscienze perverse che abbiano un sembiante festoso. Un manigoldo non retrocede innanzi all'idillio, se lo trova di suo pro. Il carmina proveniunt animo deducta sereno è una baggianata volgare. Vitaliana, dagli occhi divaricati, cercò l'infamia sulla faccia di suo marito come Otello cercava il bacio sulla labbra di Desdemona.

C'è un capitano di stato maggiore, per esempio, il cavaliere Arditi, che le fa una corte spietata: orbene, il buon Michele n'è geloso come un Otello.... bianco; suda veleno ma protesta invano. Cattivo! cattivo che sei!.... Non capisci mo'che sopporto la corte degli altri per nascondere la tua?

Non so troppo rispose la giovane. Ma io credo che sarei affatto sorpresa che tu non ne avessi che una. Come sorpresa? sclamò il duca. Tu non mi ami dunque? Tu non sei mica gelosa? Io ò sempre pensato, amico mio, che la gelosia fosse una rivolta di amor proprio, anzichè un'esplosione di amore. Otello era un negro egoista.

Tutto sta nel modo e nella misura. Per parecchi secoli, l'arte drammatica si è servita del tipo: poi, per logica evoluzione, ha messo fuori l'individuo: prima, per esempio, con caratteristiche generali, l'avaro, il geloso; poi, un tal geloso, un tal avaro, Otello, il notaio Guerin.

Ubaldo gettò uno sguardo sul quadro, che rappresentava Desdemona in atto di ascoltare il racconto delle battaglie di Otello, lo lodò immensamente e disse che se quel quadro era riuscito così, era merito non solo dell'autore di esso, ma anche della bellezza della signorina.

Rappresentare così vivamente, così efficacemente è pensare; è dar forma al pensiero però, cioè fare opera d'arte. Shakespeare, che il critico invoca, fa forse altrimenti? Giudica forse Otello? Jago? Desdemona? Ofelia? Amleto? Niente affatto. Egli vuol bene a Jago quanto a Desdemona, e forse più. Con che amore non lavora per metterci viva sotto gli occhi quella infame creatura! È diventato lui, la malizia, la calunnia, la insinuazione in persona; si direbbe che lo accarezzi, che lo palpi, che lo volti e rivolti, aggiungendo qua una pennellata, l

Egli aveva paura che la signora Emilia gli mettesse davanti agli occhi qualche altra scena turpe o affliggente, come se ne vedono tante, dipinte sulle tendine, Otello che uccide Desdemona, Giuditta che taglia la testa ad Oloferne, o il sotterraneo delle tombe con la morte di Giulietta e Romeo.

Noi creiamo dei tipi! dice lei. Peggio per loro. Il tipo è cosa astratta: è l'usuraio, ma non è Shylock; è il sospettoso, ma non è Otello; è l'esitante, il chimerizzante, ma non è Amleto, e via via. Potrei facilmente moltiplicare gli esempi; ragionando con lei, basta un semplice accenno.