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Noi non possiamo confrontare il trattato di Giuliano con quello di Porfirio che, come dicemmo, è perduto, ma possiamo farlo con quello di Celso che ci fu conservato, almeno in parte, nella confutazione di Origene, sulla quale Teodoro Keim ha fatto il medesimo lavoro di ricostituzione che il Neumann esegui, più tardi, per lo scritto di Giuliano, sulla confutazione di Cirillo²⁴⁴.

²³¹ Neumann.

²⁴² Neumann, 232.

²³³ Neumann, 179. In fondo, la difficolt

²³⁰ Liban., I, 581, 17 sg. Come dicemmo, il Neumann, dal testo di Cirillo, è riuscito a ricomporre la trama del primo libro di Giuliano. Si comprende come il lavoro del critico, per quanto acutissimo, non possa essere, in parte, che un lavoro ipotetico, poichè non è possibile di avere nessun dato preciso sulla interezza sull’ordine delle citazioni contenute nel testo della scrittura confutante. Però, la lettura del libro di Giuliano, quale risulta dalla ricostituzione che ne ha fatta il critico, pur lasciando qualche dubbio sui dettagli dell’ordinamento, ci d

Fra gli eruditi più insigni che si sono occupati di Giuliano, il primo posto va dato al Neumann, il quale, con mirabile acutezza, ha saputo ricostruire, sulla confutazione che ne aveva fatto Cirillo, almeno una parte del trattato di Giuliano contro i Cristiani, parte piccola, ma pur preziosissima per la conoscenza del pensiero di Giuliano⁴. Preciso e sereno è il libro del Naville, sulla filosofia di Giuliano⁵. Ricchissima di notizie ed eccellente per l’indicazione delle più piccole e nascoste fonti è la storia del Mûcke⁶. Ma la mancanza di critica sicura nei giudizi toglie molto del pregio al faticoso lavoro.

Egli, dunque, con cavilli pedanteschi, si affatica a dimostrare che quel culto non era voluto da Gesù che adoperava i sepolcri come termine di confronto di cose turpi, ed afferma che i Cristiani onorano i sepolcri, solo per cavarne una potenza di malefizî magici²⁴⁰. ²⁴⁰ Neumann, 225.

Questa argomentazione è condotta in modo da dimostrare che il polemista imperiale conosceva assai bene la letteratura cristiana e, se non fosse la passione d’odio che lo accieca, si potrebbe quasi dire che, talvolta, nel suo metodo, c’è il sentore della critica moderna²³⁹. ²³⁹ Neumann, 221 sg. Ma, certo, questo sentore non c’è nell’invettiva contro i Cristiani pel loro culto pei sepolcri.

²³⁴ Intende il dio ucciso e sepolto. ²³⁵ Neumann, 199.

²³⁸ Neumann, 216 sg. In tutta questa argomentazione è chiaro che Giuliano, quando vuol dimostrare che i Cristiani hanno torto di non voler sacrificare come i Greci e gli Ebrei, è un polemista meschino e pedantesco, ma, quando afferma che i Cristiani, con la loro trinit