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Il quale in un col convento minato, attende qualcuno che del mondo n'abbia assai; e venga a farne la sede di piaceri tranquilli; e ad allevarvi figliuoli, robusti come i nodi di quelle roveri solitarie, che videro il mio frate e la fanciulla che l'andava a trovare.

Menghini urla, urla: Il ponte è in piedi! Il ponte è in piedi! Il ponte è in piedi! Sembra quasi impazzito. Le sue mani scuotono rabbiosamente il volante come per sradicarlo. L'afferro per il braccio, rudemente: Menghini! Menghini! Calmati! Non perdere la testa. Il momento è grave. Il ponte è minato. Bisogna traversarlo nel minor tempo possibile. Ti senti sicuro del motore? , signor tenente.

Lo stradale traversa quasi perpendicolarmente il fiume su cui esisteva un ponte che venne minato dai borbonici; e fu in questo luogo ove il generale Corvo ammassò tutti i suoi mezzi di resistenza. E veramente, per opporsi ai progressi dei liberi italiani, sito più conveniente e più formidabile, era ben difficile trovare.

Davanti a noi, a un chilometro, il ponte di Stazione per la Carnia. E' certamente minato ma ce ne infischiamo. Dalle boscaglie dell'altra riva partono dei colpi di fucileria, sparsi, poi più fitti. Una, due mitragliatrici ci bersagliano. Entriamo sul ponte distanziandoci. Davanti alle case di Stazione per la Carnia sbuffano due locomotive. Si scorgono due treni interminabili, sovraccarichi.

Narran gli accordi gravi l’occulta rovina del corpo tuo così bello, minato dal male: narran la tua gioventù che non vuole morire, narran che tu sei sposa, narran che tu sei madre, che il bimbo tuo balbetta le prime vezzose parole, e che per lui, per lui t’aggrappi alla vita!... Narran gli accordi gravi che mentre tu passi lasciando nel mondo l’amore io vivrò disamata.

E comprendendo come quella gagliarda fibra d'uomo si veniva stremando sotto il peso delle sue acerbe preoccupazioni, minato nella salute, scoraggito nel lavoro, sentiva levarsi sempre più severa la voce di rimprovero, da cui era senza posa incalzata.

Questo faremo; ma voi, Sire, non ci mancate all'impresa: nel sapere scegliere il momento è riposta la somma delle cose; ed ora è il momento: ora che la Russia spossata da una lotta sanguinosa, travagliata negli eserciti dalle opinioni e da' morbi, screditata in faccia all'Europa, ha d'uopo rifarsi col riposo e riordinarsi: ora che la Prussia è agitata da terrori di sommosse all'interno, e costretta a serbar le sue forze per una guerra che un colpo di fucile belgico può rompere da un momento all'altro: ora che l'Inghilterra è condannata all'inerzia, finchè non sia consumata la gran lite della potenza popolana e della feudale aristocrazia. E la nazione francese è per voi. Or che temete? Il Tedesco? gridategli guerra: ardite guardar da vicino questo colosso, composto di parti eterogenee, minato in Galizia, nella Ungheria, nella Boemia, nel Tirolo, nella Germania; e che non è forte se non dell'inerzia, e perchè altri è debole. Gridategli guerra e assalite: l'assalitore ha immenso vantaggio sul suo nemico. Una voce ai vostri, una voce alla Lombardia, e avanzatevi rapidamente. L

«Quelle lettere contengono, a detta del ministero, rivelazioni sulle giornate del 5 e del 6 di giugno. Esse dichiarano che i fatti di quei due giorni non hanno danneggiato in modo alcuno la parte repubblicana di Francia; che il tentativo fallì unicamente perchè i patrioti dei Dipartimenti, che dovevano trovarsi in Parigi, mancarono alla promessa; che nondimeno si sta maturando un altro non remoto disegno d'insurrezione; che il trono di Luigi Filippo è minato per ogni dove; e finalmente che il Comitato repubblicano di Parigi sta per mandare cinque o sei emissari in Italia per coordinarvi i lavori degli uomini della libert