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LIMERNO. Merlino mio, questa tua foggia di cantare non si domanda «cantare», ma un abbagliare, un muggire, un tonare su per le ripe del Pado. MERLINO. Sonano li pifari su per li argini del Pado. LIMERNO. E raggiano, come dice il mantoano, li asini. MERLINO. Tu vòi dunque dire che in questa mia chiusura fra tanti asini io canto? LIMERNO. Ed anco peggio ti direi, s'io sapessi.

ma di nostro paese e de la vita ci ’nchiese; e ’l dolce duca incominciava «Mantüa . . . », e l’ombra, tutta in romita, surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l’un l’altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

ma di nostro paese e de la vita ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava <<Mantua...>>, e l'ombra, tutta in se' romita, surse ver' lui del loco ove pria stava, dicendo: <<O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!>>; e l'un l'altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

Laonde, essendovi non so qual poeta mantoano, per un eccesso non piccolo, destinato dal signore a partirne in onesto esiglio, e giá pervenuto su l'entrata di essa, in queste parole sospirando ruppe: MERLINUS Insperata meis salve. Ferraria, curis, tale sis exilium ne, rogo, quale daris! Me non parva reum fecit tibi culpa: reatum ex te num luerit congrua poena meum?

ma di nostro paese e de la vita ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava <<Mantua...>>, e l'ombra, tutta in se' romita, surse ver' lui del loco ove pria stava, dicendo: <<O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!>>; e l'un l'altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l’un l’altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! Quell’ anima gentil fu così presta, sol per lo dolce suon de la sua terra, di fare al cittadin suo quivi festa;