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Eppure, generale, questo è il momento di attaccare l'Austria. Vede, risponde Grazioli, se si potesse essere sicuri che la guerra finisse prima dell'inverno, noi potremmo impegnare tutto il nostro esercito in una offensiva finale conservando come riserva la sola classe del '900. Cioè giuocare tutte le nostre carte.

Pensate, mi dice Grazioli, 200 arditi di Reggio Emilia sbandati dopo Caporetto, venuti dagli ospedali hanno lanciato alcuni mesi fa delle bombe in una stazione e l'hanno saccheggiata. Sentendosi troppo pigiati sul treno che li portava si sono arrampicati sul tetto dei vagoni. Viaggiarono così 50 Km. Si dovette fermare il treno prima di un tunnel per non massacrarli.

A tavola sono seduto in faccia al generale Grazioli comandante il corpo d'armata d'assalto. Ha sul petto un giardino multicolore di medaglie. Alto, elegante, viso lungo intelligente addolcito come da una sensualit

Incominceranno all'alba le grandi manovre tra il Bacchiglione e il Brenta per prepararci all'avanzata tra Piave e Tagliamento. Saremo coi bersaglieri ciclisti in testa al primo corpo d'armata d'assalto sotto il comando del generale Grazioli. Ore tre, in macchina. Lotta tra la luna quasi piena che investe gli alberi coricandone le ombre lunghissime e i fanali delle blindate.

Penso che dei generali di alto valore, come Grazioli, sono purtroppo isolati e resi insensibili da ciò che chiamo guerrismo o mestiere della guerra. Monotona abitudine del fronte da tenere senza colpi audaci, senza carte giuocate, nella speranza che la guerra finisca lentamente da . La guerra, invece, è l'unica cosa al mondo che non ammetta l'abitudine. Bisogna giocarla.

Esigono di essere portati in autocarro sulla linea del fuoco. Concludo: Sono dei cavalli da corsa, che non vogliono prepararsi alla corsa fra le stanghe di una carrozzella. Il generale Grazioli e il generale Filippini sorridono, e con tono militare mi espongono la loro volont

Parlo a Grazioli degli arditi, esponendogli le loro inquietudini, la loro aspirazione sempre contrariata verso dei privilegi ai quali essi hanno diritto. Morale altissimo. Ma soffrono di non essere nettamente distinti dalla fanteria. Vogliono una disciplina elastica, un riposo assoluto quando sono nelle retrovie. Rifiutano le marce, le esercitazioni quotidiane e le corvées.

Diaz è tornato da Parigi, dice Grazioli, senza avere ottenuto i 300 mila americani richiesti. Clemenceau Foch e Loyd George hanno risposto che per ora non era il caso d'impegnare nuove forze sul fronte italiano. Noi non abbiamo molti uomini, oggi. Il ministero d'altra parte esita a decretare l'operazione obbligatoria per gli erniosi, che ci darebbe cento mila uomini di più in un mese. La Francia