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com’ era quivi; che se Tambernicchi vi fosse caduto, o Pietrapana, non avria pur da l’orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l’acqua, quando sogna di spigolar sovente la villana, livide, insin l

com'era quivi; che se Tambernicchi vi fosse su` caduto, o Pietrapana, non avria pur da l'orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l'acqua, quando sogna di spigolar sovente la villana; livide, insin la` dove appar vergogna eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia, mettendo i denti in nota di cicogna.

Il giardino susurrava con un brivido ignoto alla vita diurna, e il gracidar delle rane era cessato; ma certi fiori che non s'aprono, se non nell'umidit

Da colaggiú qual canto, qual suono mai rimbombò? che svolazzare fu quello de' corvi?... Odi suono di squille, odi canto di morte! «Seppelliamo il cadavere». Ed ecco avvicinarsi una comitiva funebre, e recar la cassa e la bara de' morti. E l'inno somigliava al gracidar dei rospi negli stagni. Passata la mezzanotte, seppellirete il cadavere con suoni e cantici e compianti.

com’ era quivi; che se Tambernicchi vi fosse caduto, o Pietrapana, non avria pur da l’orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l’acqua, quando sogna di spigolar sovente la villana, livide, insin l

Per aprire il cancello cigolante, egli approfittò del fragore d'un treno che scivolava nell'ombra notturna. Il vento taceva; le cime degli alberi stavano tutte immote; tra i filari degli aranci, le lucciole non trescavano più. Risonava di tempo in tempo la caduta d'un frutto delle palme, o il gracidar gi

com'era quivi; che se Tambernicchi vi fosse su` caduto, o Pietrapana, non avria pur da l'orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l'acqua, quando sogna di spigolar sovente la villana; livide, insin la` dove appar vergogna eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia, mettendo i denti in nota di cicogna.

E sendo un giorno alla messa in parrocchia, quando all'altar si volgeva il piovano a spiegare il vangel, Marfisa adocchia che dalla chiesa usciva ogni villano: Perdio! che gracidar vuol la ranocchia dicendo, ella mi secca il diretano; e usciti que' villan sul cimitero, siedeano al sol scherzando sopra al clero. Odi tu dicea l'un cotesto prete a predicar che non si de' rubare?